Singolare – ma interessante – questo episodio spiegato su Reddit dall’utente Glarznak: in vacanza, ha lasciato il proprio iPhone 5S scarico per quattro giorni (non potendolo ricaricare perché aveva rotto il cavetto). Una volta tornato a casa, ha ricaricato lo smartphone, scoprendo che l’app Argus (permette di monitorare nutrizione, attività sportive e ha funzionalità di pedometro) era riuscita a registrare dati anche nei giorni in cui la batteria dell’iPhone era talmente a terra da non consentire nemmeno l’accensione.
A terra, ma non assolutamente scarica: aveva infatti mantenuto una minima energia residua che, benché non adeguata a sopportare lo stress dell’accensione, era comunque sufficiente all’irrisoria attività di monitoraggio effettuata con il supporto del chip M7 integrato nell’iPhone (evidentemente molto parco nei consumi). D’altro canto, non è un segreto che il processore consenta – ad esempio – la misurazione continua delle informazioni di movimento dell’utente e quindi il controllo costante di accelerometro, giroscopio e bussola…
Si tratta di un dettaglio che comunque può sfuggire, in questo caso specifico si tratta di una funzionalità non allarmante perché non tiene traccia della posizione dell’utente, non essendo legata a modulo GPS o Cell-ID (che identifica la cella in cui si trova un utente di rete mobile). Ma rimane sempre valido il discorso che è bene conoscerne l’esistenza: dobbiamo sempre essere consapevoli delle potenzialità di uno strumento che utilizziamo, a maggior ragione in materia di informazioni personali (dovremmo sempre essere in condizioni di sapere che fine fanno, visto che sono nostre).
Le possibilità offerte dalla tecnologia sono molte e di esempi di monitoraggi inconsapevoli ne abbiamo già troppi (tra cui quello attuato da Google attraverso gli smartphone, abbastanza eclatante).