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Mons. Rigon: “L’omosessualità va curata”, ma per la Procura non c’è reato

Da Renzo Zambello

Mons. Rigon: “L’omosessualità va curata”, ma per la Procura non c’è reato

Genova. “Non si nasce omosessuali. Quindi, dal momento che l’omosessualità è indotta, bisogna prenderla dall’inizio, perché così si può superare, attraverso la psicoterapia”. Era con queste parole che monsignor Paolo Rigon, presidente del Tribunale ecclesiastico della Liguria, aveva deciso di inaugurare, lo scorso febbraio, l’anno giudiziario ecclesiasistico. E per queste dichiarazioni era stato prontamento denunciato dalla Casa della Legalità per violenza privata e diffamazione aggravata. Oggi la Procura della Repubblica di Genova ha chiesto l’archiviazione del caso, per infondatezza della notizia di reato.

“Al di là della vicenda giuridica resta comunque l’amarezzza per l’affermazione che era stata fatta, che resta pesante sul piano umano”, dice a Genova24.it Mario Moisio, referente per la Liguria e consigliere nazionale dell’associazione Gay Lib. Nei confronti dell’alto prelato Gaylib, insieme a Arcilesbica e Arcigay, aveva presentato un esposto all’ordine dei medici e degli psicologi. “Putroppo spesso uomini e donne cadono nella trappola delle terapie riparative, o perchè costretti, o perche si pensa di trovare nella ricerca di una presunta normalità un certo sollievo”.

“Noi vorremmo un mondo in cui tutti si possa vivere in armonia al di là del proprio orientamento sessuale – continua Moisio. “Putroppo l’omofobia che circola ogni giorno a livello isituzionale va proprio nella direzione opposta”.

La richiesta di archiviazione “riafferma la possibilità del tribunale ecclesiastico di interloquire su tutte le dinamiche della famiglia, anche su quelle più delicate come l’omosessualità di uno dei due coniugi”. Lo afferma l’alto prelato, che era stato denunciato per alcune dichiarazioni sull’omosessualità.

“Occuparsi delle dinamiche familiari – spiega tramite il suo legale, avvocato Michele Ispodamia – è la funzione precipua del tribunale ecclesiastico”. Monsignor Rigon ha riferito di “non aver avuto dubbi sull’esito processuale che gli era stato garantito dal suo difensore”.

“Ciò che aveva detto Mons Rigon – aggiunge l’avvocato Ispodamia – lo aveva pronunciato come presidente del tribunale ecclesiastico che ha il compito di tutelare la salvaguardia e l’integrità delle famiglie. Non escludiamo che, in seguito, possa esserci un confronto sul piano etico-scientifico”

da: Genova. “Non si nasce omosessuali. Quindi, dal momento che l’omosessualità è indotta, bisogna prenderla dall’inizio, perché così si può superare, attraverso la psicoterapia”. Era con queste parole che monsignor Paolo Rigon, presidente del Tribunale ecclesiastico della Liguria, aveva deciso di inaugurare, lo scorso febbraio, l’anno giudiziario ecclesiasistico. E per queste dichiarazioni era stato prontamento denunciato dalla Casa della Legalità per violenza privata e diffamazione aggravata. Oggi la Procura della Repubblica di Genova ha chiesto l’archiviazione del caso, per infondatezza della notizia di reato.

“Al di là della vicenda giuridica resta comunque l’amarezzza per l’affermazione che era stata fatta, che resta pesante sul piano umano”, dice a Genova24.it Mario Moisio, referente per la Liguria e consigliere nazionale dell’associazione Gay Lib. Nei confronti dell’alto prelato Gaylib, insieme a Arcilesbica e Arcigay, aveva presentato un esposto all’ordine dei medici e degli psicologi. “Putroppo spesso uomini e donne cadono nella trappola delle terapie riparative, o perchè costretti, o perche si pensa di trovare nella ricerca di una presunta normalità un certo sollievo”.

“Noi vorremmo un mondo in cui tutti si possa vivere in armonia al di là del proprio orientamento sessuale – continua Moisio. “Putroppo l’omofobia che circola ogni giorno a livello isituzionale va proprio nella direzione opposta”.

La richiesta di archiviazione “riafferma la possibilità del tribunale ecclesiastico di interloquire su tutte le dinamiche della famiglia, anche su quelle più delicate come l’omosessualità di uno dei due coniugi”. Lo afferma l’alto prelato, che era stato denunciato per alcune dichiarazioni sull’omosessualità.

“Occuparsi delle dinamiche familiari – spiega tramite il suo legale, avvocato Michele Ispodamia – è la funzione precipua del tribunale ecclesiastico”. Monsignor Rigon ha riferito di “non aver avuto dubbi sull’esito processuale che gli era stato garantito dal suo difensore”.

“Ciò che aveva detto Mons Rigon – aggiunge l’avvocato Ispodamia – lo aveva pronunciato come presidente del tribunale ecclesiastico che ha il compito di tutelare la salvaguardia e l’integrità delle famiglie. Non escludiamo che, in seguito, possa esserci un confronto sul piano etico-scientifico”.

da http://www.genova24.it  

 Commento del Dott. Zambello

Da una parte la Chiesa che continua difendere il suo diritto al controllo della psicologia, dell’anima,  sapendo che uno dei tasti più sensibili  é il sesso ed uno dei mezzi più efficaci é la colpevolizzazione.  Lo fa negando ciò che è sotto gli occhi di tutti, ma é sempre stato così.  Non abbiamo imparato niente nel 1633?  Dall’altra un gruppo, una parte della società che chiede che  la Chiesa, sia diversa da come è. C’è da chiedersi: ma che importa agli omosessuali se la chiesa dice che essi non sono omosessuali?  Eppure, eccoli li, come eterni  adolescenti che vogliono la “benedizione” della “mamma Chiesa” per crescere. Sarebbe quasi comico se dietro tutto questo non ci fosse una sofferenza che ha volte ho conosciuto  e che ho visto trasformarsi  in bisogno d vendetta. Ma non vi sembra che non ciò sia una nota  quasi grottesca, comica che i gay denuncino il Vescovo perché  fa il Vescovo? E’ un delirio che nasce dalla difficoltà di riconoscersi, di crescere.  Pensateci, dietro a tutto questo permane il desiderio, frustrato,  di essere accettati da “mamma Chiesa”.

http://www.youtube.com/watch?v=L9GooDFU_sI

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