Da anni mi ripromettevo di visitare Isili: da quando venni a conoscenza che anche lo scrittore Lawrence aveva fatto il viaggio col trenino delle Ferrovie complementari sarde; da quando, seguendo lezioni di linguistica sarda, sentì parlare dell’attività dei ramai e del loro gergo di mestiere, sa romanisca; da quando mia nonna, assidua frequentatrice di gite organizzate, mi lasciò un depliant del territorio isilese, che pubblicizzava il nuraghe Is Paras, il museo del rame e del tessuto e il suggestivo isolotto sul lago artificiale Is Barrocus, dominato dalla chiesetta campestre di San Sebastiano.
Approfittando delle iniziative della XIV Settimana della cultura, ho visitato tutto questo e altro ancora. A cominciare dal Museo delle ferrovie sarde di Monserrato, che ospita vecchie locomotive e carrozze restaurate, documenti, oggetti e arredi delle vecchie stazioni; proseguendo con la visita alla vecchia casa cantoniera e alla stazione del Sarcidano, immerse nel verde della campagna.
Una lunga passeggiata in compagnia di una botanica e di un geologo mi ha fatto ritrovare tantissime piante e fiori di campo, che fino 25 anni fa fiorivano ancora nella mia strada e di cui mi ero completamente dimenticata.
La gita si è conclusa con la visita al Museo del rame e del tessuto, dove oltre ai manufatti e agli strumenti di questi mestieri tradizionali, è possibile visitare la riproduzione della bottega del ramaio e ascoltare la “musica” della lavorazione del rame, che in passato pervadeva le strade del paese.
- Monserrato – Museo delle ferrovie della Sardegna
Isili - Museo del rame e del tessuto - Carretto per la vendita del rame in uso fino alla prima metà del '900
Isili - Isolotto con chiesetta di San Sebastiano sull'invaso Is Barrocus