(Monsters, Inc.)
Regia di Pete Docter, Lee Unkrich, David Silverman
PAESE: USA 2001
GENERE: Animazione
DURATA: 89’
Attraverso delle porte magiche, i mostruosi cittadini di Mostropoli si collegano alla camere dei bambini terrestri per spaventarli. Motivo? L’intensità delle loro urla gli consente di avere energia elettrica a sufficienza per poter sopravvivere. I guai iniziano quando il mostro Sulley e il suo amico monocolo Mike Wazowski si ritrovano per le mani una bambina terrestre, che inizia a mettere scompiglio nelle loro vite e in quelle dei loro concittadini…
Quarto film della Pixar (dal 2006 assorbita dalla Walt Disney), casa di produzione specializzata in animazioni digitali. John Lasseter (“patron” della Major) lascia la regia a tre dei suoi pupilli e si affida ad una sceneggiatura originale firmata da Andrew Stanton e Daniel Gerson. A stupire, in questo emozionante e assai divertente cartoon in computer grafica, non è soltanto la straordinaria qualità tecnica e l’originalità di storia e personaggi, bensì pure la scelta delle gag (9 su 10 riuscite ed esplosive), i dialoghi esilaranti, le trovate visive da urlo – la sequenza dell’inseguimento tra le porte sospese è da antologia – il ritmo indiavolato e le cessioni alla poesia (l’inquadratura finale spiazza e commuove). Gli stereotipi del cinema americano sono riletti con inventiva ed ironia, mentre la prevedibilità degli sviluppi (come il lieto fine) è bilanciata dall’imprevedibilità degli accadimenti che compongono ogni singola sequenza. Il messaggio è che la diversità, e quindi la mostruosità, sono relative (i mostri sono terrorizzati dai bambini perché li ritengono brutti, mentre loro si ritengono bellissimi), e che non sempre le distinzioni sono nette (ci sono anche mostri cattivi, così come ci sono umani cattivi). Ma Monsters, Inc – nome dell’azienda protagonista – non è solo questo: è anche riflessione sulla paura, sia essa adulta o infantile; è una satira riuscita sull’industria e sul capitalismo; una parodia/omaggio al cinema americano; è un elogio all’amicizia, è un omaggio alla semplicità dei sentimenti, ma anche alla semplicità delle cose in generale (semplicità sottolineata anche dal design dei personaggi). Il monocolo Wazowski è uno dei personaggi più riusciti, irresistibili, interessanti mai apparsi su uno schermo. Nella versione originale, John Goodman doppia Sulley, Billy Crystal Mike Wazowski, Steve Buscemi il cattivo Randall, Jennifer Tilly Celia. Nella versione italiana, invece, si distinguono Tonino Accolla (Wazowski), Marina Massironi (Celia) e Loretta Goggi (Roz, l’irresistibile archivista antipatica). Un film da vedere e rivedere, e non soltanto per i bambini.