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Montagnola senese: a rischio le sue grotte

Creato il 26 settembre 2012 da Andrea Scatolini @SCINTILENA

By marcomari on settembre 26th, 2012

WWF SIENA – CAI SEZ. SIENA – CIRCOLO LEGAMBIENTE SIENA

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO DEL 26 SETTEMBRE 2012

MONTAGNOLA SENESE: A RISCHIO LE SUE GROTTE

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Il progetto di riapertura di due cave minaccia la perdita di un bene unico nel suo genere

La possibile riapertura di due cave sulla Montagnola Senese rischia di causare la distruzione di una delle più importanti e suggestive grotte dell’area, conosciuta come “Grotta dell’Ugola”. Per questo le associazioni territoriali del Club Alpino Italiano, WWF e Legambiente si oppongono ai progetti presentati dalla società M.A.C. S.r.l. al Comune di Sovicille, con cui si vorrebbe riaprire antichi siti estrattivi ormai abbandonati da decenni ed in parte rinaturalizzati da boschi di leccio e macchia mediterranea.

La Grotta dell’Ugola, che si sviluppa in corrispondenza della cava abbandonata “Moscona”, è annoverata nel Catasto Regionale delle Grotte e Aree Carsiche ed è celebre per la morfologia e singolare bellezza delle sue concrezioni, in quanto insiste sulla pregiata formazione rocciosa del marmo giallo di Siena. Inoltre, la grotta rappresenta luogo di regolare ricovero e riproduzione per diverse specie di pipistrelli protette dalla normativa italiana ed europea.

I progetti di riapertura delle cave, per un’area complessiva di circa 8 ettari, sono interamente compresi nel Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.) delle Montagnola Senese, istituito nel 1998 sulla base della Direttiva “Habitat” (Dir. 92/43/CEE) per tutelare particolari habitat e specie di interesse conservazionistico europeo. L’area della Montagnola Senese inoltre, collegandosi al sistema della via Francigena, è centro di un complesso di pievi, abbazie e castelli che connotano la zona anche per rilevanza storico-artistica, archeologica e paesaggistica.

In questo contesto, un ulteriore problema potrebbe essere creato dalle tecniche estrattive che prevedono l’uso del filo e delle seghe diamantate, che comportano un ingente consumo di acqua e produzione di importanti quantitativi di materiale fangoso di scarto. La classificazione della zona come area ad elevata sensibilità per l’acquifero è un altro motivo di forte preoccupazione.

L’auspicio è che il Comune di Sovicille e la Provincia di Siena rispettino e si facciano garanti della normativa regionale relativa alla tutela e salvaguardia del Patrimonio speleologico e naturalistico, evitando così la perdita di un bene unico nel suo genere.

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