Il 27 Maggio, un gruppo di geologi e scrittori sono in sopralluogo presso il misterioso Monte Musinè. Scattano alcune foto e una in particolare attira l’attenzione dei Fratelli Cacciatori (o Cacciatori di Fratelli) un gruppo di pseudo-scienziati al soldo della redazione di Mistero. Michael Bolognini, il direttore dell’Associazione di ricerche geografiche, si accorge solo quando torna a casa di aver catturato qualcosa di strano con la sua Panasonic DMC-FZ50 e su richiesta degli esperti della triste famosa trasmissione, lo scatto viene concesso per le analisi di rito.
Secondo il team la foto risulterebbe originale e non manipolata, ma non viene spiegato da cosa l’hanno dedotto. Vabbè…dato quindi per scontato che lo scatto sia originale, proseguono con un’analisi spettrografica dell’elemento anomalo:
LE ANALISI DEGLI HUNTERBROTHERS
“Dalle analisi lo scatto non appare manipolato – scrivono gli Hunterbrothers nella loro relazione – il risultato, mostrato in falsi colori, evidenzia senza dubbio che l’oggetto è in profondità, lontano quindi dall’osservatore, questo dettaglio di fatto esclude che si possa trattare di un insetto. I punti 2, 3 e 4 (visibili dalla tabella delle analisi della Dof nella foto qui sotto, ndr) confermano la consistenza materiale del suo corpo ed i relativi comportamenti assunti dalla luce nella sua prossimità. In particolare, è da notare la forte componente residua UV emersa soprattutto dalla distanza dall’osservatore, ma nonostante questo è stato possibile tracciare anche un profilo degli IR residui localizzati nel corpo dell’oggetto”
Ma a cosa serve l’analisi falso-colore se la macchina fotografica non ha scattato con un dispositivo ad infrarosso? E in che modo evidenzierebbe che l’oggetto si trova in profondità se non vengono interpretati e spiegati i risultati scaturiti da tale analisi? Qualche accenno:
Infrarosso Falso Colore
L’immagine ottenuta con questo tipo di tecnica fotografica avrà colori non corrispondenti a quelli reali ed è per questa ragione che viene definita immagine a falso-colore. E’ importante capire che la componente rossa nell’immagine a falso-colore rappresenta la riflettanza del materiale alle radiazioni infrarosse. La sorgente luminosa generalmente impiegata per le riprese ad infrarosso falso-colore è ad incandescenza, alogene o flash che contengono raggi infrarossi. Anche per questa analisi è importante che la superficie da indagare sia illuminata in modo uniforme e con una luce prevalentemente diffusa. Le riprese ad infrarosso falso-colore vengono sempre più spesso eseguite con videocamere o fotocamera CCD (Charge Coupled Device) per il facile utilizzo che permette di visualizzare in tempo reale il risultato delle zone indagate. Alcuni materiali (pigmenti) possono avere a falso-colore una tonalità simile anche se sono di diversa composizione chimica. L’ indagine ad infrarosso falso-colore rimane superficiale visto che solo un terzo dell’immagine ricade nella zone dell’infrarosso.
Prendiamo per buona la genuinità dei dati exif, anche se in giro ci sono programmi cone jheader e exiftool. La lunghezza focale della fotocamera è di soli 14,5mm. Se quell’oggetto fosse lontano, come si afferma, quanto dovrebbe essere grande? Cazzo, un’astronave madre stile MIB ha solcato i cieli della Val di Susa e nessuno se ne è accorto!
È naturale che l’oggetto non si può minimamente collocare nemmeno immediatamente dietro la croce. E la sfocatura? Come mai la croce è perfettamente a fuoco mentre l’oggetto no? Non perchè è lontano, bensì perchè è estremamente vicino. Insomma, abbiamo già discusso molto a riguardo. La macchina è impostata su un angolo molto ampio, panoramico, e qualcosa di molto ravvicinato è passato davanti all’obiettivo nel momento dello scatto. Quanto più è lontano più è a fuoco. Lo sfondo chiaro impedisce una accurata analisi densitometrica ma confrontando lo scatto con le decine di BLURFO che abbiamo già analizzato in passato sembra che non ci siano dubbi sulla natura del fenomeno.
In conclusione, il team specializzato afferma: “Siamo di fronte ad un oggetto in volo la cui natura resta tuttora “non definita”.Anche se non visibili, sono presenti sul lato del suo corpo delle appendici, probabilmente delle ali. Amplificando al massimo l’oggetto viene identificato una sorta di nucleo centrale che viene osservato meglio nella riproposizione collocata sulla destra (punto 5) in cui la rappresentazione tramite isolinee ne evidenzia i tratti salienti. Da notare infine che se da una parte è presente una probabile presenza di ali, dettaglio che identificherebbe l’oggetto come un aeromobile, dall’altra va sottolineata la presenza di un campo esterno al corpo del velivolo. Campo che si estende uniformemente su tutta la sua superficie e non soltanto sul lato, come se ci trovassimo ad identificare un ipotetico motore a reazione”.
Non può essere un’aeromobile altrimenti saremmo di fronte ad un modello fin’ora sconosciuto, lungo centinaia di metri.
Guardate questo scatto. Certo non abbiamo riferimenti riguardo alle distanze (dato fondamentale per eseguire una corretta analisi fotografica) ma un’aeromobile catturato con un obiettivo da 66,7 mm appare grossomodo così:
Altro particolare non considerato dagli esperti. Nessuno si è accorto di quell’oggetto, ma solo una volta scaricate le foto sul computer è apparsa l’anomalia. Questo suggerisce ancora una volta che non si tratti di un oggetto quanto di un semplice insetto. Le fotografie poi non si esasperano, non si zoomano fino a scoppiare. NOn serve a nulla se non ad evidenziare ulteriori aberrazioni.
Il tempo di esposizione di 1/200, cioè relativamente corto, suggerisce inoltre che questo insetto (per risultare così sfocato) doveva essere molto, ma molto vicino all’obiettivo e con una velocità sostenuta. AL massimo una manciata di metri. Per questo nessuno se ne è accorto prima.
Se questi elementi non fossero sufficienti per trarre delle conclusioni allora bisognerebbe si cominciare a studiare ed analizzare la foto da altri punti di vista, ma in questo caso non c’è nè proprio bisogno, tanto meno di una spettrometria.
A proposito, siete ancora li?..:D