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“Oggi andiamo sul monte Sciara” …….
Sella Chiampon, ci arriviamo da Sella Chianzutan scendendo verso la Val d’Arzino. Al primo bivio imbocchiamo la stradina per Preone. Qui nasce l’Arzino che poco dopo un breve tratto in piano trova il suo andare versando le sue giocherellanti acque attraverso affascinanti salti di roccia formando splendide cascatelle, paradiso dei fotografi. Poco più avanti il segnavia per Casera Teglara. Una comoda, forse un po' monotona pista forestale risale i pendii di un luminoso bosco di faggio, per accompagnarci lungamente verso quella che sarà la meta odierna. Usciti quasi subito dall’ombra mattutina della valle, saliamo di buona lena, stimolati dalla bella giornata e da un tiepido sole che affacciandosi sopra i profili delle montagne, forte di un autunno che non vuol lasciare spazio, riesce ancora a far regali. I faggi alti sembrano godere di tanta luce divertendosi già di buonora a creare giochi di luci e ombre, oltre i quali filtrano le sagome del Monte Verzegnis e del Piombada.
Tralasciando i bivi continuiamo a salire, intirizzendoci un po' sul ripiano dove sorgono i ruderi di Casera Vallon, nell’ombra suggestiva e innevata. Qui la pista fa una svolta e dopo un paio di tornanti, sempre in ombra prosegue in leggera salita, prima di un ulteriore piega verso sud.
Da qui in poi il bosco tende a diradarsi sempre più, si apre la valletta dove sorge la Casera Teglara, mentre dietro di noi, ancora una volta, ci appaiono le cime delle montagne contornate da decori di nuvole basse sotto un cielo azzurro. Anche oggi l’inversione termica ha fatto il suo.
La Casera sorge in una splendida conca erbosa, che in primavera si arricchisce dei colori del rododendro e del verso delle marmotte. Oggi ci accoglie silenziosa e parzialmente innevata.Dalla Casera Teglara la vista sulle Alpi e Prealpi Giulie si ampia ancora, davvero un bello spettacolo.
Dopo una sosta e una breve esplorazione verso il Teglara e il Valcalda, andiamo oltre, superata la Casera un grosso masso indica possibili le direzioni. Noi imbocchiamo l’830 per forca Zuviel, mirando non al crocifisso che adesso compare sulla cresta, ma alla piccola forcelletta tra lo Sciara Grande e la Costa Spiolet, per salire in cima da quella parte. La mole del Valcalda domina e incuriosisce, merita approfondimenti………
Destreggiandoci sulla neve e tra i mughi, con l’aiuto di alcuni segnavia e paletti, arriviamo sulla cresta che precede la piccola cima. Ci teniamo un po' più lontani dal bordo dei profondi dirupi, visto alcuni tratti con neve ghiacciata, ma poi il problema non si presenta e comunque facilmente siamo in cima.
Spettacolo inusuale la vista sulla Val Tramontina e il solco del Meduna nascosti dalla fitta foschia, mentre il sole pomeridiano in parte si nasconde in un cielo che verso valle si è fatto misteriosamente grigio. Striature di colore e luce dipingono il vasto panorama verso la pianura Pordenonese e le cime dalle Dolomiti Friulane, mentre alle nostre spalle resiste ancora l’azzurro.
Vale la pena fermarsi un po a vedere cambiare le combinazioni dei colori prima di scendere con un po' di attenzione, lungo la cresta, verso il bel crocifisso, per altri momenti da immortalare.
la percorriamo tutta la cresta per poi scendere a vista, liberamente sui prati mirando ai ruderi di una vecchia costruzione in sassi
E’ tardi quando decidiamo di rientrare, ma basta arrivare in casera, poi è tutta strada forestale
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