Ieri ho visto nonricordobenedove un servizio su Montecarlo, in occasione delle nozze tra SAS Alberto II di Monaco e la nuotatrice sudafricana nonmiricordoilnome (fra parentesi, hanno detto che lei ricorda Grace Kelly… ma dove?! Non è che tutte quelle bionde assomigliano a Grace Kelly. ‘sta qua c’ha due spalle che fanno impressione e ha 1/1039482 della grazia della madre dello sposo, ma non diciamo sciocchezze).
Parlavano di un hotel dove avrebbero alloggiato molti vipS e teste coronate, l’Hotel de Paris, se non sbaglio, con suite da 2000€ a notte fino a megasuperluxury suite da 9000€ a notte, tutte con l’affaccio sullo splendido (a detta loro) panorama monegasco: il porto, un fazzoletto di mare e un ammasso di edifici tutti addossati tra loro.
Cosa c’è di bello in tutto questo? Io mi sforzo ma non c’arrivo. E dire che a Montecarlo ci sono stata (nel 2003, mentre ero in gita con la scuola a Cannes) ma non mi è sembrata niente di speciale. Capisco che sia una specie di status symbol e che il segreto bancario lo renda un paradiso fiscale particolarmente appetibile, ma, anche se avessi i soldi, non mi sognerei mai di passare una notte all’Hotel de Paris per vedere delle barche e un mucchio di case e condomini. Ma in realtà non sono rimasta colpita dalla Costa Azzurra in generale, Cannes, Antibes, Nizza… mah.
Forse non mi piace la pressante ostentazione di benessere che si percepisce in questi posti, nel Principato di Monaco in particolare. Forse sono una persona più semplice di quel che si possa pensare. L’unico posto che mi è rimasto impresso durante quella gita è stato Saint-Paul-de-Vence, uno dei più bei borghi medievali esistenti. Ci si è fatto seppellire Marc Chagall dopo aver trascorso lì alcuni anni, uno che a gusto non era messo male. Un paese frequentato da Yves Montand, Simone Signoret, Jacques Prévert. Ecco lì sì ci vivrei (e mi ci farei anche seppellire, o lì o Certaldo, altro posto meraviglioso). Il paese degli artisti. Se una blogger può essere considerata un’artista allora vado bene anche io!Le uniche cose che mi impressionarono di Montecarlo furono due: i piccioni, enormi, ciccionissimi, bellissimi, esattamente come uno si aspetterebbe un piccione monegasco (mettete insieme tre piccioni veneziani, lavateli, puliteli, lustrate le penne e date loro un’andatura signorile e snob, otterrete un piccione di Montecarlo) e il treno per arrivarci, lussuoso, con ogni confort, tutto automatizzato, roba che non son più riuscita a guardare il mio scassato interregionale con gli stessi occhi.
Gli yacht li lascio a qualcun altro, anche perchè io soffro il mal di mare e non posso mica imbottirmi di xamamina per tutta la durata delle vacanze, è molto poco chic.