La zona vinicola
La zona vinicola dove si produce il Montefalco Sagrantino deve la sua nascita ai monaci benedettini che nel medioevo bonificarono la campagna circostante il paese di Montefalco e impiantarono le uve nobili e autoctone, tra cui il Sagrantino.
Questa varietà fu da subito molto apprezzata, tanto da essere servita nella curia papale e nobiliare romana per accompagnare i ricchi pasti dell'aristocrazia del tempo.
Negli ultimi venti, trenta anni, con la nascita della denominazione di origine controllata prima e garantita successivamente, si è assistito anche alla nascita del vino passito mono varietale della zona, oltre al secolare classico vino secco.
L'uva Sagrantino
L'origine di quest'uva è incerta e le prime notizie storiche che ne attestano la coltivazione sono risalenti al medioevo, quando i francescani producevano un vino rosso dolce Sagrantino destinato alle funzioni religiose. Il suo nome sembra derivi proprio dalla parola “sacramento”, dove il vino veniva utilizzato durante le cerimonie.
Si ha anche una descrizione di Plinio il Vecchio, ma la certezza dell'uso della varietà umbra non è storicamente accertato e le fonti non ne fanno un riferimento specifico.
Altre fonti ne attribuiscono origini saracene, ma anche in questo caso non abbiamo nessuna documentazione incontestabile.
È un uva rossa fresca, talvolta tannica, che si vinifica bene sia secca che in versione dolce con il metodo dell'appassimento.
In questo caso le uve resistono bene allo stress di questa tecnica e producono un vino ben concentrato.
Ha una maturazione tardiva e un'ottima resistenza al freddo ed è coltivata su suoli calcarei e argillosi con una buona presenza di tufo che le conferisce aromi particolari.
Il Montefalco Sagrantino DOCG
La denominazione era originariamente DOC dal 1979, modificata poi in denominazione di origina controllata e garantita nel 1992.
Autorizza la produzione di vino rosso secco e dolce con la vinificazione esclusiva della varietà Sagrantino, nei comuni di Montefalco, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell'Umbria tutti in provincia di Perugia.
La forzatura è vietata e la resa non deve superare le 8 tonnellate per ettaro.
Si distinguono due differenti denominazioni, una per il vino secco, e una per il vino dolce, il Montefalco Sagrantino Passito.
Nella versione secca, il vino non puo essere commercializzato prima di un invecchiamento di almeno trenta mesi, di cui i primi dodici in botti di legno a decorrere dal 1° dicembre susseguente la vendemmia.
I colori sono di un rubino intenso, con profumi delicati di frutti di rovo. L'alcolicita minima è di 13% vol., con sapori asciutti ed equilibrati.
Si accompagna bene alle carni sia di manzo che di maiale, il capretto e la cacciagione.
Nella denominazione passito, il vino non può essere commercializzato prima dei trenta mesi di invecchiamento, sempre con data di riferimento al 1° dicembre susseguente la vendemmia.
I colori sono rubino carico, con riflessi violacei che si evolvono al granato durante l'invecchiamento.
Il naso è delicato, con sentori di more di rovo e bocca armonica. È un vino per la classica pasticceria locale o da meditazione, che può subire lunghi periodi di invecchiamento.
Le aziende
Adanti produce un Sagrantino austero e concentrato, sia in versione secca che passito, con una conservazione piu lunga di un anno in botte rispetto al disciplinare.
Il suo Passito ha un colore rubino concentratissimo con sfumature nere, con aromi di crostata di visciole, succo d'uva e classica macchia mediterranea. In bocca è denso, polposo, con un equilibrio perfetto tra zuccheri e tannini. Si accompagna a crostate di visciole e noci. Il Sagrantino rosso secco sprigiona intensi profumi di more, ribes, cuoio e pepe nero. Il gusto elegante rivela una buona struttura tannica e una bocca austera. Ideale accompagnamento per la lepre alla cacciatora.
L'azienda Antano produce vini secchi di Sagrantino tradizionali, non filtrati, con macerazioni lunghe e invecchiamenti elaborati che non ammettono giovani prodotti. I risultati producono colori rubino denso, fitto, impenetrabile, con note di ribes, amarena, alloro, speziatissime. In bocca rivelano un corpo consistente, elegante e dalla fitta trama tannica. I formaggi stagionati e il cinghiale arrosto in salsa alle castagne ne esaltano la qualità.
Il passito è armonioso, caratterizzato dagli aromi di visciole e caffè, dalla bocca cremosa e dolcissima per accompagnare le pere al Sagrantino.
L'azienda Antonelli San Marco si caratterizza per le sue basse rese, circa tre tonnellate per ettaro, che rendono il suo Sagrantino un vino dai ricchi profumi di mirtillo, lavanda e spezie nere. I tannini, dopo 18 mesi di affinamento in legno sono setosi e strutturati da abbinare a formaggi stagionati. Il passito rivela ribes, peonia ed eucalipto con affinamenti di un anno in botte e accostamenti in tavola con la crostata di visciole.
Il Sagrantino di Brgal Vini ereditato dalla famiglia Broccatelli ha una storia secolare, con profumi di viola appassita, mora e sentori floreali. Invecchiato 15 mesi in botte risulta potente e alcolico, ideale per carni rosse al sangue.
Tra le migliori aziende umbre, Arnaldo caprai produce un Sagrantino rosso rubino cupo, fitto, con aromi carichi di sciroppo di visciole, viola, cacao e spezie dolci. Il tannino è accompagnato da elementi glicerici che ne rivelano l'invecchiamento di due anni in botti di rovere francese. Il fagiano e la cacciagione ne sono il compagno dei pasti ideale. Nel passito si sentono erbe aromatiche e visciole, con una bocca setosa che richiama in tavola la panna cotta ai frutti di bosco.
Casale Triocco offre il suo Sagrantino alle note di more e ribes, su una base tabacco essiccato e humus. Ricco e concentrato, dai tannini accentuati, si abbina a carni al tartufo per il suo finale mandorlato. Il passito, potente e fitto, richiama la marasca sotto spirito, il cacao e la torrefazione per l'abbinamento con le pere al cioccolato.
La giovane Colpetrone gia produce passiti Sagrantino vellutati, profumati di ciliegia sotto spirito, menta selvatica e salvia per abbinamenti con la cioccolata. Il suo secco richiede una buona ossigenazione prima di rivelare le amarene e il cioccolato su spezie dolci. Dalla forte struttra tannica andrebbe forse equilibrato, ma si adatta perfettamente all'agnello alla brace.
Di Filippo, noto per le sue coltivazioni biologiche, lavora un Sagrantino alcolico, 14,5% vol., profumato e fruttato con note di tabacco e corteccia per lo spezzatino al cervo.
L'azienda Madonna Alta vinifica quest'uva con risultati eccellenti sia in secco che in dolce. Il suo rosso secco sprigiona aromi di cioccolato, confettura di more e spezie dolci, con tannini setosi da accompagnare al cinghiale al vino rosso.
Il passito matura 18 mesi in barrique, per abbinarsi ai frutti di bosco alle creme.
Il Montefalco Sagrantino di Perticaia è un rubino fitto, con basi balsamiche su note di frutti di bosco, alloro, pino silvestre e rosa appassita che si evolve sulle spezie nere come chiodi di garofano e pepe. Il bocca è quasi cremoso, con una densa struttura tannica e un elegante e lunga persistenza. Faraona e fagiano lo accompagnano in tavola, mentre il passito chiude il pasto con il panpepato umbro. I suoi odori sono di frutta secca e noce moscata, con note di prugna e cioccolato.
Il passito di Tabarrini sente al naso note di sherry e prugna cotta, intervallate dal torroncino. La bocca è glicerica e dolce per accompagnare lo zuccotto ai frutti di bosco. Il Sagrantino secco, dal colore impenetrabile, apre i suoi favori alla cacciagione.