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MONTENEGRO: Quegli affari poco puliti con l’Italia. Intervista a Milka Tadic

Creato il 23 dicembre 2011 da Eastjournal @EaSTJournal

di Vesna Scepanovic

da Glob 011

MONTENEGRO: Quegli affari poco puliti con l’Italia. Intervista a Milka TadicMilka Tadic, giornalista a la direttrice del settimanale montenegrino Monitor con sede a Podgorica, racconta gli anni Novanta, la situazione attuale, i controversi rapporti con l’Italia.

La Tadic appartiene a un gruppo di intellettuali e giornalisti che si è opposto fortemente al conflitto nella ex Jugoslavia e ai nazionalismi che l’hanno determinata.

Il giornale è stato la risposta al forte nazionalismo che si è diffuso nella ex Jugoslavia all’inizio del deccenio scorso. Ci eravamo concentrati a scrivere di crimini che sono stati commessi per il nostro bene, dalla parte dello stato. Come allora scrivendo dei crimini e del nazionalismo, anche oggi ci occupiamo del tema della criminalità organizzata. La questione nazionale rimane il problema, ma si strumentalizza sovente per nascondere i problemi reali. Nel nostro focus così si trova il problema delle privatizzazioni non trasparenti, il rapporto tra il potere politico-economico e le mafie.

Rispetto al passato, oggi l’opinione pubblica pare anestetizzata. Non vuole sapere, oppure fa finta di non sapere come stanno le cose? La cittadinanza contribuisce in un certo senso a questo sistema corrotto e illegale?

Durante la guerra, più del 30% della popolazione si è opposto al nazionalismo di Milosevic. Oggi invece, tante persone dell’opposizione si trovano vicine ai luoghi che rappresentano il potere. E’ successo un qualcosa che ha spento, ha inghiottito la rivolta e le idee di una società’ democratica. Molte persone dopo venti anni di incertezze, si sono stancate. Molti sono stati zittiti. Oggi abbiamo delle difficoltà per scrivere e per accedere ai dati sulla corruzione e sulla criminalità organizzata.

Nella stampa Italiana, il Montenegro e’ stato a lungo raccontato come uno spazio dove governano le attività illegali. Oggi invece prevalgono i servizi turistici che descrivono le bellezze naturali. Come vede questo cambiamento?

Il rapporto tra L’Italia e il Montenegro è interessante. Negli anni ’90 la mafia e le strutture statali, facevano contrabbando di sigarette. Il nostro ex presidente è sottoposto ad indagine dalla Procura di Bari. I legami tra Berlusconi e l’ex primo ministro Djukanovic, oggi sono tesi. L’Italia si definisce da tempo come il costruttore delle centrali idroelettriche sul fiume Moraca. Parallelamente i politici italiani parlano positivamente degli investimenti. Non ci si preoccupa, pare, per la criminalità organizzata. Se l’Italia per fini economici ad esempio, iniziasse a tollerare azioni che violano le leggi, non servirebbe a nessuno. La realizzazione del progetto delle centrali idroelettriche sul fiume Moraca, danneggerebbe uno dei canyon più belli d’Europa. E’ importante che i grandi progetti siano ecologicamente sostenibili e pensare alla cooperazione, partendo anche dagli interessi di sviluppo delle piccole realtà.

E’ possibile lottare contro la criminalità economica transnazionale, a patto che questo non diventi il compito principale della stessa comunità europea?


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