Il presidente Ferrari in pole position per intercettare il consenso del voto non ideologizzato e delle migliaia tentati di disertare le urne. I sondaggi lo danno ad una percentuale superiore a quella del M5S
La Ferrari potrebbe tagliare per prima il traguardo, superando in dirittura d’arrivo la scuderia grillina. Nulla di automobilistico ovviamente, ma tanto si desume dal sondaggio SpinCon che chiedeva ad un campione di potenziali elettori di prendere in considerazione l’ipotesi di votare una formazione politica guidata da Luca Cordero di Montezemolo.
Alla data odierna, sembra che ci sia un quinto dell’elettorato disposto a dare fiducia all’imprenditore bolognese. Grillo sarebbe dato in calo, forse per effetto della fisiologica simpatia che un nuovo soggetto politico genera in un 2-3% di persone. Crollo per i partiti tradizionali, che finché regaleranno pagine nere alle cronache politiche (lottizzazione AGCOM e Privacy e autorizzazione negata all’arresto per il Senatore De Gregorio)
Tuttavia si tratta di un sondaggio, da prendere quindi con le molle e le dovute perplessità, soprattutto se si considera che la stessa indagine registra un’invariata popolarità dell’esecutivo (palesemente in calo in tutto il paese) ed un comprensibile calo di gradimento per l’ormai ex superMario Monti.
Italia Futura si propone come nuova forza politica, vicina alla base elettorale perché radicata sul territorio con numerosi circoli: ricorda vagamente un esperimento già tentato da un altro imprenditore, solo che all’epoca le parole ricordavano vagamente un coro da stadio. E le cose non andarono affatto bene: ma allora si parlava di club, forse per sottolineare il clima di esclusività che avrebbe distinto gli appartenenti alla casta.
Montezemolo nuovo Berlusconi? Difficile pronosticarlo: i due sono molto simili nella forma di populismo che cercano di vendere alle masse, sono espressione della classe imprenditoriale vincente nel lavoro e nella vita. Anche nel caso di Montezemolo si pongono questioni riguardanti il conflitto di interessi: chi può assicurarci che il volto “nuovo” della politica italiana non proverà a trarre giovamento per i suoi affari, tra cui la nuova compagnia di trasporti su rotaia NTV? E tra l’altro non è un mistero che Berlusconi strizzi l’occhio al numero uno del Cavallino Rampante, e non per invitarlo ad uno spettacolo di burlesque.
Appaiono sempre più nitidi i contorni di quella che sembra quasi una sostituzione in corsa tra il pioniere della tv commerciale ed il ferrarista più famoso d’Italia. L’estrazione è la pressoché la stessa, la signorilità forse no, la credibilità del bolognese è tutta da dimostrare mentre quella del meneghino è ormai compromessa da un pezzo.
Se l’Italia ha bisogno di una nuova “offerta politica”, questa dovrebbe provenire da una società civile effettivamente nuova che esprima una leadership innovativa. Montezemolo è una sorta di jolly: ottimo per intercettare i voti perduti dal PdL, potrebbe sostituire Monti come presidente del consiglio (sarebbe comunque figura gradita ad Unicredit ed una parte di Confindustria). Non inserirebbe nel sistema Italia quella ventata di innovazione di cui la politica ha bisogno.
E infine, un interrogativo che ci pervade: magistrati che appendono la toga al chiodo e si dedicano alla politica, professori universitari che tolgono gli occhiali e si dedicano alla politica, imprenditori che lasciano la poltrona e scendono in pista. Ma perché in questa Italia nessuno vuol più fare il suo lavoro?
Luca Cordero di Montezemolo. Eppure ci ricorda qualcuno…