Accolto calorosamente al meeting di Comunione e Liberazione, il Presidente del Consiglio si lascia andare ad una mediocre chiaroveggenza da ragioniere in pensione ed eleva l’Euro ad icona religiosa di un’Europa che ormai non esiste più. Intanto muore il precario che si diede fuoco davanti a Montecitorio. Per lui, la fine del tunnel era decisamente più lontana…
Rimini, meeting di Comunione e Liberazione: il consenso politico si mischia al proselitismo religioso, confondendosi in un’organizzazione che maschera la sua vera natura con la scusa dell’appartenenza religiosa, da convertire ovviamente in voti di preferenza in occasione delle tornate elettorali.
Nulla di strano che, in un clima di ipocrisia ideologica e sorrisi di circostanza, il premier Mario Monti venga accolto un po’ come il parente che viene da lontano, nelle grazie dei padroni di casa (non è un mistero che il Vaticano apprezzi particolarmente il bocconiano) seppur non palesemente schierato.
Si stava peggio quando si stava meglio, pare dire: hanno crocifisso Berlusconi (solo!) per lo spread alle stelle, oggi apprendiamo che senza le manovre del governicchio il differenziale tra titoli di stato italiani e tedeschi sarebbe del 1200%. Roba da maestro di vita Do Nascimento, autentiche previsioni che non ammettono prova contraria. E’ il nulla. Parole, parole, parole: cantate non tanto con la voce inconfondibile della Tigre di Cremona ma con quella petulante ed inaffidabile di chi dice tutto ed il suo esatto contrario, di chi da mesi parla di una soluzione vicina e non dice che il vero problema da combattere è quello dell’alta finanza che ha lanciato il proprio attacco finale agli strati intermedi della popolazione.
Da quando è al potere, superMario ci ha abituati a repentini cambi di copione: prima colpevolizza chi c’era prima di lui, poi riabilita Berlusconi, poi attacca la magistratura, poi i giornali, Confindustria, lo scaldabagno della signora Giannini. Spara nel mucchio e ormai non impressiona più.
Con gli amici di Don Giussani, SuperMario vanta e loda la collaborazione con l’ABC, la stessa che sta facendo di tutto per realizzare riforme antidemocratiche, la coalizione-inciucio che serve unicamente a mantenere saldo il potere nelle mani dei quattro scalzacani che hanno paura di dover tornare nell’anonimato, dietro l’esplosione di una politica nuova, da scongiurare perché potenzialmente onesta.
(foto:ANSA/PASQUALE BOVE)
E’ ipocrita Monti, nella sua finta invettiva contro le corporazioni: le giovani generazioni stanno pagando un prezzo troppo alto (vero), il Governo lavora per scrostare il potere corporativo. Nessuno ovviamente si è premurato di far presente al presidente del consiglio che anch’egli fa parte di una corporazione ben salda sulle proprie posizioni: quella dei banchieri che stanno annientando il sistema economico europeo. Sembra quasi beffardo il riferimento alle corporazioni, quando questo viene riportato dal prof. di una università privata che ha vissuto tra Goldman Sachs e Moody’s, “bevendo” Coca Cola.
L’inganno globale di cui è latore nei confronti del popolo italiano viene svelato nel momento stesso in cui azzarda un paragone fuori luogo: “L’Euro – dice il professore – è il pinnacolo della costruzione europea”.
Tralasciando facili discorsi moralistici sull’opportunità che il denaro venga assurto a fondamento di una società, non ci domandiamo tanto se i titoli accademici valgano ancora qualcosa, ma se è legittimo che una istituzione politica debba basarsi sul denaro e se è lecito far passare per accademici coloro che ignorano colpevolmente millenni di storia del nostro continente.
Vedere nell’Euro la cima d’Europa significa buttar via colpevolmente secoli di storia, guerre, divisioni, differenze. No caro Mario, l’Euro non è il pinnacolo di un bel niente. L’unità fondata sulla differenza economica sta cominciando a destare perplessità: Syriza proponeva un ritorno alla dracma in Grecia, l’Austria ripensa ad un ritorno allo scellino, il ministro Spindelegger chiede la creazione di un sistema che permetta “lecitamente ed in piena libertà” di uscire dall’Euro senza particolari conseguenze. Come dire, cari professori, che i soldi non sono tutto nella vita.
E intanto il festival delle ipocrisie continua: nel tentativo di arginare l’emorragia di voti che vede le forze politiche tradizionali annientate da anni di malgoverno. E, ovviamente, nel tentativo di arginare l’avanzata dei movimenti attualmente fuori dal parlamento, che devono essere limitati nei consensi e nei seggi in assemblea. Per questo la prossima legge elettorale sarà proporzionale con premio di maggioranza, e a sostenere il Monti-bis saranno sempre…Alfano, Bersani, Casini. Che sarà il prossimo Presidente della Repubblica.
Intanto è morto il precario di 54 anni che una settimana fa si diede fuoco dinanzi a Montecitorio: eh già, caro Professor Monti. Perché il posto fisso sarà pur noioso, ma per chi è costretto a saltare di palo in frasca per sbarcare il lunario sarebbe pure più divertente del doversi trasformare in una torcia umana per illuminare le coscienze delle anime nere che occupano i palazzi del potere.
Per il povero Angelo Di Carlo il tunnel era ancora molto lungo. Già, perché quando non si dispone del binocolo che ha superMario, è difficile scorgere la fine di una crisi causata dai poteri forti.