L’altro giorno Stefano Folli sul Sole 24 Ore auspicava che Monti si candidasse per sbarrare la strada alla destra populista di Berlusconi. Questa posizione esemplifica tutta la pacata e vile stoltezza della grande stampa. Non è una prospettiva di vittoria. E’ la posizione di chi spera in un centro di massa critica sufficiente a negoziare con la sinistra una resa onorevole. Il solito piatto di lenticchie che i moderati perbenisti offrono all’elettorato conservatore italiano. Con tanti saluti alle agende virtuose, sulle quali peraltro ci sarebbe moltissimo da dire. E con la riconfermata anomalia di un’architettura politica, tutt’altro che europea, al contrario di come molti imbroglioni cercano di far credere, fondata sul centro e sulla sinistra, riflesso storico dell’anomalia comunista, e del suo potere d’interdizione. Fin dalle dimissioni di Berlusconi, la forza delle cose, la logica della politica spingeva ad un incontro “storico” tra Monti e Berlusconi. La continuità dell’esperienza montiana può avere senso solo, e ripeto solo, se riconosce e legittima la positività storica dell’esperienza berlusconiana. Se non lo fa, si condanna al nulla di un centrismo che usa il linguaggio della sinistra per legittimarsi. I nodi stanno venendo al pettine. E le forze che si muovono rischiano di essere, per fortuna, più forti dei protagonisti. Se Monti vuole passare alla storia deve accettare Berlusconi, la destra, il centrodestra. In quel caso Berlusconi gli garantirà piena collaborazione. I montiani del centrodestra non possono pretendere il rinnegamento del berlusconismo, gli anti-montiani devono capire che attraverso Monti il berlusconismo sarà ufficialmente legittimato. Spetta al mediocre Monti rompere l’incantesimo. Per la grande stampa e per i centristi sarà come andare a Canossa. In quel caso il passo indietro di Berlusconi sarà la vittoria storica del berlusconismo. E’ sarà la fine del lungo ricatto che ha irretito l’Italia dalla fine della seconda guerra mondiale, e che già aveva traballato paurosamente dopo la vittoria berlusconiana del 2008.
P.S. A proposito della proposta (non nuova) fatta ieri da Berlusconi a Monti di guidare tutti i moderati (quel tutti cambia tutto), a tutte quelle pecore che in gregge belano di “voltafaccia”, posso dire che al momento della rottura, qualche giorno fa, avevo lasciato intendere che in realtà la porta a Monti non era stata chiusa del tutto?
La mossa del Pdl è stata goffa e di valore simbolico, e forse è ancora una specie di ultimo avvertimento a quel Monti «democristiano» incapace di trarre le conseguenze politiche dell’alleanza stipulata tra Bersani e Vendola.
Filed under: Italia Tagged: Destra, Mario Monti, Silvio Berlusconi, Sinistra