I nostri giornali più autorevoli, il Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa, ci hanno offerto nei giorni scorsi un meraviglioso esempio di come la stampa viene usata per fare propaganda, fingendo di fare un'informazione libera e oggettiva al servizio del solo padrone che possono riconoscere: i loro lettori.
La copertura del viaggio di Mario Monti negli Usa è stata capillare, peccato che ne è stato fatto un resoconto e data un'immagine alquanto esagerata, per non dire che è stata montata ad arte.
L'incredibile importanza dell'evento attribuita alla stampa statunitense, che avrebbe applaudito alle misure poste in essere dal governo presieduto da Monti, addirittura indicato come l'uomo che può salvare l'Europa, non c'è in realtà mai stata, perché i media statunitensi hanno semplicemente ignorato la presenza a Washington del premier italiano, come si può facilmente controllare facendo un giro sui siti dei giornali americani, e la famosa copertina della rivista Time dedicata al professore bocconiano è in realtà quella dell'edizione europea della rivista, mentre quella statunitense vede per protagonista..due cani.
L'obiettivo della campagna mediatica è pertanto soltanto l'Europa e l'Italia ed è al "mercato interno" che i veri poteri forti, quelli che risiedono oltre atlantico, hanno diretto le lodi sperticate che Obama e i finanzieri di Wall Street hanno così generosamente attribuito a Monti, affinché si comprendi che la strada da lui tracciata è quella giusta da percorrere e da quella non si può deviare. Del resto c'erano già state le parole dell'ambasciatore Thorpe ad illustrare la ritrovata sintonia tra il governo di Roma e quello di Washington, dopo che quello di Silvio il Cattivo aveva tentato l'avventura Russa. L'Italia è tornata ad essere "il miglior alleato degli Usa", il fedele cane da compagnia com'è stato dalla fine della seconda guerra mondiale.
Un messaggio che suona un po' inquietante, specialmente se si legge alla luce delle dichiarazioni dello stesso premier, che ha solennemente affermato che la sua intenzione è quella di voler cambiare gli italiani (l'ultimo che disse qualcosa del genere parlava da un balcone di Piazza Venezia), cosa in se anche lodevole, ma dovrebbe però chiarire in che modo vuole farlo e in che cosa intende cambiarli: i nuovi italiani saranno più simili ai tedeschi o ai cinesi?
Il tempo soltanto ci darà la risposta, anche se la trasferta americana del presidente del consiglio, quasi il viaggio del dipendente che va a render conto al padrone del proprio operato, non lascia tante illusioni.
Intanto, a far da contrappunto alle notizie di prima pagina dei nostri quotidiani, dedicate all'incensamento del taumaturgo della Bocconi, qualche news di agenzia mostra che tanto è ancora da fare e non è per niente detto che verrà fatto.
Secondo la Ue l'Italia è infatti uno tra i paesi europei con i maggiori squilibri macro economici interni (come se fosse necessario dovercelo sentir dire). Il brutto è che il governo Monti finora non ha fatto un bel nulla per correggere questi squilibri, dal momento che nessun serio provvedimento che porti ad una riduzione sostanziale della spesa pubblica è stato ancora preso, come nessun progetto di riforma istituzionale è stata nemmeno abbozzata, mentre la classe politica non solo è assente dal dibattito sulle misure fiscali ed economiche, ma si batte come una tigre per difendere i propri privilegi e le proprie prebende.
L'unica cosa che si può comprendere da quanto sta accadendo è che non c'è da stare allegri e soprattutto di stare ben attenti a non farsi sorprendere da altre manovre "terapeutiche" del governo tecnico, che nei giorni scorsi ha parlato troppo e troppo spesso a sproposito.