Lo confessiamo, ci era sfuggita. Eppure non è una notizia né piccola né banale. Non è, tanto per fare un esempio, la vittoria di Emma a Sanremo (a proposito, Patti Smith, José Feliciano e Brian May un piccolo brivido ce lo hanno dato), ma cosa accade negli uffici segreti dei ministeri italiani, soprattutto quelli economici. Dunque. Il 3 gennaio scorso, a notte fonda perché certe cose si fanno in silenzio, il ministero del Tesoro ha saldato una parte del debito che l’Italia aveva nei confronti della Morgan Stanley, la potentissima e universalmente presente banca americana. Non è stato un regalo, come qualche titolo dei pochissimi giornali che ne hanno parlato poteva far intendere, ma la restituzione di un debito. Nella situazione in cui siamo, un cittadino qualsiasi pensa che ci può stare e tutt’al più sorprende che l’Italia lo restituisca. Il debito che però l’Italia aveva (e ha ancora, è solo sceso) nei confronti della MS, riguardava l’acquisto di “derivati”, proprio quella carta straccia che Tremonti condanna senza se e senza ma nel suo libro. Ora, facciamoci a capire. Se io acquisto “derivati” bancari è per far cassa, si chiama speculazione e può andare bene o male come sanno tutti quegli stati che grazie all’acquisto di “derivati” hanno rischiato il default. Ma fin quando a speculare è un privato i conti tornano, quando a farlo è lo Stato, la cosa ci fa girare un po’ le palle. E non è finita mica qui. Il governo del Professore non ha fatto un bonifico alla Morgan Stanley di 2 miliardi e 567 milioni di euro, troppo facile. Ha chiesto cortesemente alla Banca Imi, Gruppo Intesa-San Paolo (vi ricorda qualcosa?), di subentrare, di comprare insomma un parte del nostro debito. La triangolazione finanziaria è stata questa: Morgan Stanley-Banca IMI-Ministero del Tesoro. Agli americani è andata benone perché dai 6 miliardi di euro di credito vantati con il governo italiano sono scesi a 3, è andata altrettanto bene a Banca IMI, che non avrà fatto sicuramente l’operazione a mo’ di partita di giro, mente a rimetterci è stato come sempre lo stato italiano. Apparentemente tutto chiaro se non fosse per qualche domanda che l’intera operazione si porta appresso. Chi ha acquistato i derivati finanziari (a questo punto “tossici” vista la perdita), il governo Berlusconi? Prodi? Ciampi? Dini? Marco Aurelio? Giulio Cesare o direttamente il Conte di Cavour? Di quanto è stata la perdita secca del governo italiano per l’acquisto dei derivati e queste cifre dove appaiono? Con quali criteri si scelgono i prodotti finanziari sui quali poi scommettere, visto che questo gioco, a volte, sembra una Tris? Perché Morgan Stanley ha chiesto il “rientro” del debito italiano quando solitamente lo si fa solo in presenza di fatti eccezionali? Quanto ha pesato il downgrade del nostro paese di Standard&Poor’s? Ancora una domanda, perché la Banca Centrale tedesca ha immesso sul mercato 7 miliardi di euro di Btp italiani? Queste stesse domande sono state rivolte dai giornalisti dell’Espresso a Mario Monti il quale, consolidando l’immagine degli omertosi presidenti del consiglio degli ultimi venti anni, non ha risposto. Resta il fatto che mentre da una parte si stangano i cittadini a suon di accise e di aumenti dell’Iva, dall’altra l’Italia paga il suo gioco d’azzardo sui mercati finanziari internazionali senza renderne conto a nessuno. C’è qualcosa che non va e non è solo il Pierfy.
Magazine Economia
Monti paga i debiti italiani. 2,5 miliardi di euro alla Morgan Stanley, che prende e ringrazia
Creato il 19 febbraio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsortiPossono interessarti anche questi articoli :
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COMMENTI (1)
Inviato il 02 marzo a 19:38
Quando si dice commenti inopportuni. La cretinagine non ha fine - il tizio che ha fatto la domanda o ha tre anni o è def…, uno che versa soldi degli altri nella sua banca perché lo fa?