Monti scende in campo o no? E’ la domanda che riecheggia in tutte le stanze della politica. I giornali ne parlano, ipotizzano, propongono scenari più o meno fantasiosi. In verità la risposta la conosce solo lui, il Presidente del Consiglio.
Berlusconi lo ha proposto come leader dei moderati, dopo averlo platealmente attaccato e sfiduciato. Una soluzione non credibile, quindi.
Bersani auspica un suo ruolo superpartes per poi, ad elezioni concluse, affidargli la Presidenza della Repubblica o il Superministero dell’Economia.
Casini e Montezemolo lo vorrebbero in campo come leader dei centristi per cercare di creare un polo in grado di essere determinante nel dopo-elezioni.
E Monti? Cosa penserà davvero il Primo Ministro più lodato all’estero che l’Italia abbia mai avuto? Nessuno lo sa.
La mia previsione è che non si candiderà e che non appoggerà chiaramente nessuno dei poli in campo. Si limiterà a dichiarazioni le quali faranno capire chi, secondo lui, gli italiani non dovranno votare. Ovvero Silvio Berlusconi, la Lega e Grillo.
In questo modo, ad elezioni finite, con la probabile non maggioranza del Centrosinistra al Senato, il suo nome tornerà in pista per un nuovo governo tecnico-politico con il Partito Democratico, il Centro e magari qualche pezzo del Pdl. E Vendola? Il leader di Sel resterà a guardare, si accomoderà all’opposizione assieme alla sessantina di parlamentari che lo seguiranno.
Il destino dell’Italia è già scritto, quindi. Speriamo in una fine diversa, francamente. Un Centrosinistra maggioranza in entrambi i rami del Parlamento, Prodi Capo dello Stato e Bersani Premier. Un sogno, purtroppo. Ma non negateci anche quelli.