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Montmartre nell’arte

Creato il 23 gennaio 2013 da Angie_grandi @PiaGrandi

MontmartreDalla Butte (collina) di Montmartre, alta 130 metri, si godono viste mozzafiato sulla città di Parigi. Cuore della vita bohémienne, tra il XIX e il XX secolo, oggi Montmartre è tra le principali mete turistiche: le sue ampie scalinate, le stradine strette e un po’ sconnesse, le casette con le imposte di legno e le pittoresche piazzette con caffè e mercatini rendono il quartiere un borgo senza tempo, lontano dal traffico della metropoli francese.

Durante la Belle Époque, numerosi artisti stabilirono la propria dimora a  Montmartre. Fu proprio nel 1189 che il proprietario di un vecchio laboratorio di pianoforti  Le Bateau-Lavoir decise di ristrutturare l’edificio, ricavandone dieci appartamenti molto spartani: tra i primi inquilini ci fu Pablo Picasso, che qui dipinse Les Damoiselles d’Avignon (1907). A seguire vi si stabilirono Georges Braque, Max Jacob, Marie Laurencin, Guillaume Apollinaire, André Salmon,Maurice Raynal, Juan Gris, Gertrude e Leo Stein, Fernand Léger, Robert Delaunay, Albert Gleizes, Andre Lhote, Jean Metzinger, Francis Picabia, Alexander Archipenko e Paul Gauguin di ritorno dal suo primo viaggio a Tahiti. Il Bateau-Lavoir divenne presto anche luogo di incontro per molti artisti, tanto da essere soprannominato la “Villa Medici della pittura moderna”.

moulin de la galette Renoir
Passeggiando per Montmartre non possiamo non scattare una foto al Moulin de la Galette, reso celebre da Renoir con il dipinto Bal au Moulin de la Galette (1876). Un tempo era un ampio locale con bar, sala da ballo, ristorante e due mulini a vento: il Moulin Radette ed il più grande Moulin de la Galette, oggi l’unico conservato ed adibito a ristorante.

Le passe muraille
Di tutt’altra natura è invece le Passe-Muraille di Jean Marais, compagno di Jean Cocteau, attore protagonista de  La bella e la bestia (1946). Con quest’opera Jean Marais, omaggia  Marcel Aymé, autore cui è intitolata la piazza in cui si trova la statua. Protagonista del racconto di Marcel Aymé è Dutilleul, un anonimo  impiegato con la facoltà di passare attraverso i muri.  Stremato delle angherie  del capoufficio, Duttileul, decide di usare il suo potere, per vendicarsi:  compare nella stanza all’improvviso,  sbeffeggia e  provoca il capoufficio, fino a che questi non viene ricoverato in casa  di cura. Nel frattempo Dutilleul approfitta del suo potere  per diventare il più famoso ladro di gioielli di Parigi: divene un eroe, la gente lo riconosce e arriva la fama che ha  sempre sognato, fino al giorno in cui inghiottisce per errore l’antidoto e resta  imprigionato per sempre dentro una  parete.

Mur des je t'aime
Scendendo dalla Butte, in Place des Abesses (piazza degli abbracci), incontriamo Le mur des je t’aime, realizzato da Frédéric Baron e Claire Kito, con l’intento di realizzare un muro che unisse anzichè dividere. Su una superficie di circa 40 mq di piastrelle blu è riportata la frase “ti amo” in oltre 300 lingue. “Dans un monde marqué par la violence, dominé par l’individualisme, les murs, comme les frontières, ont généralement pour fonction de diviser, de séparer les peuples, de se protéger de l’autre. Le mur des je t’aime est au contraire, un trait d’union, un lieu de réconciliation, un miroir qui renvoie une image d’amour et de paix.” (http://www.lesjetaime.com/)


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