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La storia di Mordecai continua, ma più che altro in questo capitolo verrà dato il via a ciò su cui s'incentrerà gran parte del racconto. Comprenderete anche maggiormente la psicologia del protagonista.
Dietro Mordecai apparve un Astartes in armatura potenziata bianca e nera e sullo spallaccio un'ala d'oro terminante con un artiglio.
"non è bello non presentarsi alle proprie vittime" disse il nuovo arrivato.
"oh, scusami, damerino Icaro. La prossima volta che saremo sul campo di battaglia fermerò ogni nemico, mi presenterò, gli offrirò da bere e poi gli mozzerò la testa. Va bene così?".
Icaro sbuffò roteando gli occhi.
"non intendevo questo. Però alle vittime con cui posso prendermela comoda, mi presento sempre prima di ucciderli".
"e dirgli: Mordecai, servo di Malal e Custode della Crociata dell'Undicesimo Giudizio? No, direi che posso evitare e andare dritto al punto" poi entrò nella cabina di comando, in modo da controllare che nessun'altro fosse sopravvissuto.
"Icaro".
"dimmi, bestia assassina".
"tu sei un medico. Accendi la tua fottuta lucina che ti ritrovi sulla schiena".
"si può anche chiedere normalmente" disse Icaro per poi obbedire all'ordine.
"si può...non si deve obbligatoriamente".
Mordecai osservò attentamente tutti i corpi, poi andò di fronte alla console e notò il messaggio impostato per la trasmissione a ripetizione. Non aveva voglia di disattivare con cura il messaggio, perciò tirò un potente pugno sui comandi, devastandoli tutti e rendendoli inutilizzabili.
"che fai?" chiese Icaro.
"abbiamo distrutto un'intera flotta di Angeli Oscuri, spaccato a metà questa nave, ucciso tutti i passeggeri e fatto esplodere gran parte dell'interno. Credo non ci sia bisogno di disattivare un messaggio seguendo i comandi. Ora andiamo, l'ultimo sopravvissuto è morto e dobbiamo tornare dal sommo Kraad a riferire".
Icaro annuì solamente, per poi dirigersi verso la prima apertura nella nave.
Passò poco tempo prima che Mordecai e Icaro venissero recuperati da una Storm Eagle già piena di altri Astartes. Mordecai salì con i suoi soliti passi pesanti, facendo girare il capo di quasi ogni presente verso di sé. Nella Crociata dell'Undicesimo Giudizio non c'erano differenze di capitoli, bande o quant'altro. Ogni Marine lasciava intatti i suoi simboli d'appartenenza al capitolo, ma in realtà era raro che il nome di essi venisse nominato nuovamente dopo l'introduzione nella Crociata. La loro armatura veniva ridipinta di bianco e nero, i colori sacri del Dio Malal, ma egli è anche il Gerarca dell'Anarchia, quindi ogni Marine è il governo di se stesso e la propria armatura poteva essere modificata come si voleva e le posizioni dei due colori erano completamente autonome. Era quindi raro trovare due appartenenti alla Crociata con l'armatura identica e tra loro esistevano dei comandanti solo per il buon coordinamento delle loro operazioni; la fonte del loro rispetto reciproco non era un grado definito come superiore ad un altro, ma la fiducia nel prossimo e la saggezza.
Mordecai ricordava tutte queste cose nel lasso di tempo in cui si sedette e attese l'arrivo alla nave. Si tolse l'elmetto a teschio, dipinto per metà di nero e l'altra metà di un bianco osso. Si passò un palmo sul viso, sentendo il freddo del metallo raffreddargli la fronte calda per lo sforzo fisico e mentale compiuto durante il conflitto.
"qualche problema Custode?" gli disse il Marine alla sua sinistra.
Custode, quella parola ogni tanto gli risultava ancora strana. Non apparteneva più ai gradi più alti del Reclusiam dei Supplizianti, ora era un Custode, uno dei maggiori saggi della Crociata. Alcuni dicevano che non aveva i tipici atteggiamenti di un ex-Cappellano, che era troppo feroce, che tendeva a farsi prendere dalla rabbia facilmente e che diceva le cose direttamente come le pensava, senza mascherare nulla. A lui però non importava; era un Custode, indossava il suo elmetto a teschio e impugnava il suo Crozius Arcanum, quindi nessuno poteva togliergli il titolo di cui aveva dimostrato di essere degno molte volte sul campo di battaglia.
Improvvisamente un tonfo e un rumore di ammortizzatori lo avverti che erano arrivati, per poi confermarglielo definitivamente con il portellone in fase di apertura.
Si alzò in piedi con l'elmetto in mano, non degnando di uno sguardo Icaro e procedendo verso l'uscita scansando gli altri che lo intralciavano. Quando fu già sceso, da dietro arrivarono due parole.
"ciao bestia" era Icaro.
"ciao checca" rispose lui senza neanche fermarsi.
"razzista"
"perfettino"
"suino"
Infine la serie venne conclusa da un dito medio alzato di Mordecai.
Il Custode uscì dallo spazioporto della nave, finendo nei lunghi e larghi corridoi di essa, diretto verso il grande studio di Kraad. Astartes di ogni tipo si aggiravano per gli spazi della grande nave da guerra. Alcuni indossavano perennemente la loro armatura, altri la rimuovevano e indossavano vestiti più comodi come tuniche o tute per l'allenamento in gabbia.
Alla fine arrivò davanti allo studio, introdotto da una grande porta con sopra un bassorilievo del teschio di Malal e dettagli costituiti di vari metalli ricavati durante un'operazione in un mondo minerario. Quattro guerrieri in Armatura dell'Artefice sbarravano la strada, ma appena lo videro e lo riconobbero, si spostarono per permettergli il passaggio.
Mordecai posò la mano sinistra sulla porta spinse, poi essa si aprì automaticamente. All'interno trovò Kraad girato di schiena, come se sapesse già che dovesse arrivare.
"è stata una buona caccia, Mordecai?" queste furono le prime parole di Kraad.
"sì, Sigismund"
"mi fa piacere. Penso che ora tu abbia placato la furia che ti pervadeva da qualche giorno e che l'incutere grande terrore nel nemico ti abbia fatto guadagnare ancora di più il favore del nostro dio" Kraad si girò verso Mordecai, piantandogli gli occhi addosso e iniziando ad alternare un destra e sinistra per lo studio.
"Ma ora ho un'altra missione da affidarti" continuò ancora il Signore della Crociata.
"dimmi. Di cosa si tratta?"
"abbiamo ricevuto notizie dagli infiltrati nel Mechanicus dell'Imperium. Hanno individuato un manufatto su un mondo assassino ed è necessario scoprire di cosa si tratta precisamente"
Mordecai si passò due dita sul mento, ragionando su quanto detto e su cosa poteva aspettarlo una volta arrivato lì.
"È Gaius il leader del gruppo d'infiltrati?" chiese Mordecai, ricevendo un cenno d'assenso da Kraad come risposta. Gaius era un tecnoprete dell'Adeptus Mechanicus. Era incaricato della manutenzione della nave che trasportava i primi Angeli Sanguinari che diedero vita alla Crociata e fu per questo che conobbe Kraad. Egli gli parlò di Malal e tutte le verità che gli erano state tenute nascoste e Gaius fu grato di tutto quel sapere rivelato. Divenne in seguito uno dei molti infiltrati, agendo sia nell'Imperium che nelle forze del Caos. Ora era impegnato in una spedizione di Explorator intenta a cercare manufatti di antica tecnologia andata perduta e per quell'incarico aveva preso con sé altri Tecnopreti e alcuni infiltrati della Guardia Imperiale, ottenendo così un buon controllo in ogni settore impegnato nella Crociata.
"Mordecai, sai bene che Gaius ha portato con sé infiltrati nel Mechanicus e nella Guardia Imperiale. Nel remoto caso in cui venissero scoperti, tu e l'esercito ai tuoi comandi dovrete intervenire salvandone il maggior numero possibile. Dovrete anche occuparvi del recupero di quel manufatto, qualsiasi cosa esso sia. Potrebbe veramente essere dell'antica tecnologia andata perduta, dopotutto tra le tante abbiamo già recuperato anche la tecnologia gravitonica ed elettromagnetica, le quali ci hanno permesso di aumentare esponenzialmente il nostro potere offensivo. Ma anche se non fosse qualche sorta di tecnologia, potremo valutare la sua utilità una volta ottenuto. Prepara le tue forze, prega Malal affinché ti consenta di vincere e io farò lo stesso per darti più probabilità di successo" Sigismund si avvicinò a Mordecai, posandogli una mano sulla spalla e guardandolo amichevolmente.
"nel caso la faccenda si situazione si facesse critica, interverremo in tuo aiuto e scenderò in battaglia io stesso per combattere al tuo fianco" Infine Kraad gli strinse la mano per poi battersi a vicenda sulla spalla. Mordecai uscì dallo studio, convinto che Malal avesse riconosciuto il suo valore e pronto ad agire in suo nome e per il bene della Crociata dell'Undicesimo Giudizio.
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