Ci sono posti di questa città che spesso mi dimentico che esistono. Lo sanno tutti che Firenze è una città meravigliosa, ma quando la vivi nella quotidianità, tra lavoro, corse e mille impegni che affollano le giornate (compresi spostamenti fuori porta ogni poca) non la vedi nemmeno. La percepisci, ma non la guardi. La conosci, ma te la scordi. Così come mi ero scordata di questi pacifici giardini e della sua incredibile “serra” fino a quando, la settimana scorsa, ci ho passato dentro due (quasi) intere giornate… I giardini sono quelli dell’orticoltura che si arrampicano lungo via Bolognese. La Serra è meglio conosciuta come Tepidarium del Roster (per gli amici Giacomo, ovvero colui che l’ha progettata intorno al 1880 in occasione della prima mostra internazionale dell’orticoltura). Ferro e vetro, una struttura bianca e leggera che aveva lo scopo di ospitare le piante esotiche in quanto opportunamente riscaldata. Leggende metropolitane raccontano che sia la risposta italiana alla Tour Effeil…risposta o non risposta, rimane il più grande “tepidarium” presente su territorio nazionale. (Info più dettagliate le trovate da queste parti) Come ogni cosa, però, ha avuto il suo momento di splendore, poi un declino dovuto ai danni della guerra, poi un nuovo tentativo di restauro e adesso, pare, una nuova vita che mette a disposizione questo incanto per eventi di varia natura, concerti, cene e party. E’ proprio grazie ad uno di questi eventi, ingaggiata da quella grande donna della mia amica Agata, che ho riscoperto questa serra. Il silenzio del mattino, la luce forte del sole che filtrava da ogni tegola di vetro, l’ambiente che si riscaldava piano piano ed il poter stare lì, al centro di questa gabbia trasparente, a guardare il verde circostante ed ascoltare l’eco di ogni singolo pensiero. La pace dei sensi…anche durante momenti di lavoro “pesante“. Ebbene sì, non eravamo lì per sport, ma per trasformare la meravigliosa serra in una sala arredata per una cena di gala di beneficenza in favore della Onlus “Noi per Voi” (per l’ospedale pediatrico Meyer): swinging christmas party.
Tavoli, sedie, fiocchi, tovaglie e tovaglioli, candelabri e bicchieri, riccioli e ricami, argento e rosso ed il vedere la serra riempirsi piano piano con l’arrivo del tramonto è stato quasi emozionante…Il primo evento vero targato F.U.D. Factory (progetto del quale vi parlerò a breve, ma se vi piace quello che vedete in questo post e pensate di averne bisogno basta scrivere)!!!
Il mondo del catering (a me in gran parte sconosciuto) ha qualcosa di affascinante e creativo allo stesso tempo. Dalla scelta del cibo a quella del piatto, dal costruire una cucina laddove non esiste fino alla cura di ogni piccolo dettaglio, con il nobile scopo di soddisfare il cliente ma soprattutto di regalare un’esperienza unica, indimenticabile e irripetibile all’insegna del piacere e dello stare bene. Uno scopo che si raggiunge solo se le cose sono fatte in un certo modo e prima di tutto con amore. E’ così che lavora la mia amica, è così che mi ipnotizzo guardandola mentre (chiaramente stressata, che neanche lei è un cyborg, anche se ogni tanto penso abbia le pile nascoste da qualche parte) dirige comunque con maestria tutti senza perdere un colpo.
Insomma, il posto è mozzafiato, l’allestimento è stato spettacolare, la cena perfetta e la serata giustissima.
Osservando il tutto da lassù, a fine serata, ho pensato due cose: la prima, che un posto del genere dovrebbe essere utilizzato molto più spesso, perché è davvero uno spettacolo; la seconda, che ho già in mente diverse idee per come utilizzarlo… ;)Chissà…se comunque passate da queste parti, almeno una visita all’esterno fatela!