PERSONAGGI (Milano). Domani, venerdì 19 aprile 2013, in chiaro su Premium Calcio alle ore 23.00 ritorna “La tribù del calcio“, la rubrica curata da Paolo Ziliani per i veri appassionati di pallone.
Nella puntata di domani un’intervista esclusiva a Francesco Moriero. L’attuale allenatore del Grosseto in Serie B ripercorre alcuni momenti della sua carriera da calciatore: “Io, ultima ala del calcio italiano, sono cresciuto nel mito di Causio e Conti. Mazzone non è stato solo un allenatore ma un secondo padre, con lui sono diventato giocatore e uomo. Simoni era un vero signore, si faceva amare dai suoi calciatori e da lui ho imparato come si gestisce un gruppo. Stavo per andare alla Lazio, era già tutto fatto, ma poi firmai con la Roma perché c’era Mazzone e indossai la maglia numero sette di Conti: solo chi gioca all’Olimpico può capire cosa significhi. Il ricordo più bello? L’assist per Balbo nel primo derby giocato e vinto. Il più brutto? L’eliminazione in Coppa Uefa con lo Slavia Praga, non ho mai sofferto così tanto”.
Inoltre, a proposito del periodo passato all’Inter, Moriero dichiara: “Firmai per il Milan ma quando mi proposero di andare all’Inter non ci pensai neppure un secondo: c’era Ronaldo, il giocatore più forte al mondo. Non ci sarà mai un centravanti più forte e decisivo di Ronie, ma all’Inter segnò così tanti gol perché c’ero io a farglieli fare. Il campionato 1997/98 per me lo ha vinto l’Inter, eravamo la squadra più forte, sono successe cose che tutti hanno visto. Il nostro era un gruppo di fuoriclasse e ci divertivamo tanto: il più pazzo era West che ci faceva inginocchiare prima delle partite e ci benediceva. Il povero Bergomi, così serio e riservato, non se ne capacitava”.
In conclusione, Francesco Moriero parla del suo sogno da allenatore: “Il mio sogno non è allenare l’Inter, la Roma o il Milan. Il mio sogno è allenare il Lecce”.