Morire di cuore in Italia è sempre più frequente.
Lo dicono le statistiche e ne parlano gli specialisti. In Italia ogni anno sono quasi 40 mila le persone che muoiono per infarto miocardico acuto. Ma chi di noi dovrebbe allarmarsi davanti a questi dati?
Le morti improvvise legate al cuore sono quelle che più occupano l’immaginario collettivo. E non solo quello purtroppo. Racconti di morti fulminee ingrossano la cronaca nera di tutto il Paese.
- “Muore per infarto a 7 anni, un bambino di Ostia” (14 gennaio 2014)
- “Muore per infarto in casa un impresario edile, a San Biagio della Cima. Lascia 4 figli” (22 ottobre 2014)
- “Muore per infarto in spiaggia nell’ultimo giorno di vacanza” (Cesenatico, agosto 2014)
- “Muore per infarto sul treno una donna di 45 anni” (17 ottobre 2014)
Non importa quanti siano i numeri: quando i dati acquistano un volto e un nome fanno molto più male. Soprattutto se riguardano bambini. Soprattutto se toccano padri e madri di famiglie come la nostra. E le domande vanno a mille:
- Cosa hanno sbagliato queste persone?
- Potevano prevenire la loro morte?
- Sono anche io un soggetto a rischio? Lo sono i miei figli?
- Come devo comportarmi? Cosa posso fare?
L’aterosclerosi delle arterie coronarie è tra le principali cause di morte in Italia. Le placche
Le ultime ricerche scientifiche puntano il dito sulla vitamina D e la vitamina K quali fattori di rischio di queste patologie. Ma gli studi continuano. E le ricerche non si arrestano. Il prossimo 14-16 novembre 2014 in Fiera a Verona, esperti di tutta Italia si riuniranno per discutere insieme le ultime novità scientifiche sul lotta alle cardiopatie. Dall’età pediatrica a quella più adulta, medici, esperti, professionisti e terapeuti si confronteranno in un Dibat
L’ipertensione, che colpisce 1 persona su 5, nella maggior parte dei casi non determina sintomi rilevanti, ma diventa un fattore di rischio importante nella patogenesi delle coronaropatie e delle cerebro-vasculopatie.