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Morire di fatica per un tozzo di pane, come la povera Isabella Viola, e gli schiavisti delle caste

Creato il 08 dicembre 2012 da Nino Caliendo

Isabella Viola, una giovane madre di quattro figli, è morta stroncata dalla fatica su una panchina della metropolitana di Roma.

E’ un bruttissimo campanello d’allarme se bisogna lavorare fino allo stremo, e morirne, per portare avanti la propria famiglia, dopo essere stati completamente spolpati per ingozzare i parassiti delle caste.

Ecco perché è arrivato il momento di provocare uno tsunami, un uragano, una tempesta, per spazzare via tutta la jurassica e corrotta stirpe della politica e delle sue conseguenti proiezioni filiali (ovvero: caste clericali, generali e colonnelli, massoni e loro affiliati, mafie sfruttatrici, abbuffini vari di regime, etc), a destra, al centro e a sinistra.

Perché, se costoro continuano con il loro lavoro parassitario allo scopo di schiavizzare totalmente il Popolo, finiremo tutti come Isabella Viola: stremati dalla fatica. O, quantomeno, morti per le azioni militari e i bombardamenti di qualche invasore mascherato da “contingente di pace”, legittimato ad imporre la falsa “democrazia” della dittatura ed i cui caduti, da aguzzini, diventano, per la storia, falsi, ma solo falsi e costruiti, “eroi” a cui dedicare anche strade e piazze. Quando, comunque, non moriamo sotto le botte dei manganelli di forze dell’ordine di regime, il cui ordine di scuderia e le cui regole d’ingaggio sono quelli di sedare sul nascere le giuste proteste del Popolo.

Io credo che dovremmo trasformare le prossime elezioni politiche in una clamorosa protesta di massa.

Mettiamoci tutti d’accordo: gli possiamo far vedere i sorci verdi, gli possiamo fare un culo che gli resterà per sempre nella memoria. Perché la crisi è più veloce dell’alta velocità (Tav).

Sì, forse per ora una vera alternativa non c’è. Almeno, non in queste elezioni, non subito. Ma, almeno, cominciamo a prendere la rincorsa della consapevolezza: iniziamo a prepararci per la prossima volta.

A me sembra che, oggi, l’unica buona notizia sarebbe la scomparsa dalla scena politica di questi personaggi ormai totalmente sgamati, che non hanno la decenza di ritirarsi neppure ora, dopo tutti i disastri combinati, che stanno combinando e che combineranno per riempire solo le loro tasche.

Ai Bersani, i D’Alema, i Veltroni, i Berlusconi, i Monti, i Casini e i loro pseudo ex “compagni”, ex “amici”, ex “camerati” diamo il permesso di aprire la loro bocca puzzolente di carogne di topi morti in putrefazione solo per dire: “Ci vergogniamo profondamente, cercate di dimenticarci per sempre”.

Piaccia o no, qui manca la vera alternativa. E lo spazio politico della protesta antisistema non è certamente presidiato da Grillo e dai suoi grillini cerebralmente lesi e radical chic, come qualcuno, per la presa per culo popolare, vuol far credere.

Nichi Vendola sarebbe potuto diventare il punto di riferimento di una nuova aggregazione di sinistra che incidesse sin dentro il Pd, ma ha buttato dalla finestra questa occasione, limitandosi ad una esasperata esposizione narcisistica della sua persona ed impedendo a Sel di diventare una forza politica con un suo insediamento e strutturazione.

Giulietto Chiesa, condivisilmente, scrive: “Comincio a pensare che sia necessaria una tempesta per scrollarci di dosso l’apatia che troppi di noi continuano ad avere. Guardavo, nei giorni scorsi, le facce, un po’ ebeti, per la verità, di quelli che sono andati a votare per le primarie del Partito Democratico. Erano contenti. Probabilmente, tutti presi dall’idea di partecipare a una specie di rito democratico. E, invece, era soltanto un rito: niente di più e niente di meno”. Democrazia: niente!

Francamente, personalmente, penso che questo rito sia stato ampiamente e premeditamente pilotato, sfruttando proprio le “facce ebeti”, per creare un’immagine che non ha a Bersani, che come faccia ebeta è l’eccellenza in assoluto. Di certo, non poteva vincere Renzi che di facce, oltre a quella ebete, ne ha tantissime altre, come i camaleonti hanno i colori.

Resta solo una speranza, attualmente solo molto vaga: la lista arancione di De Magistris. Staremo a vedere!

Certamente, non mi ci butto a pesce se non vedo bene a 360 gradi.

Mi spiace, ma non c’è più niente da fare.

E poi, questo metodo di fare prima la lista e dopo il soggetto politico non mi convince, come non può convincere chiunque abbia un granello di buonsenso.

Proviamo a fare il contrario: prima il soggetto politico e poi la lista che chiede consensi da rappresentare. Una volta, a sinistra, quella vera, quella seria, quella che stava nel cuore di chi ci credeva, si faceva così!

Perché non rimettiamo in piedi una seria sinistra radicale, iniziando dalla definizione del soggetto politico e dalla sua pratica nelle lotte sociali?

Dopo, ma solo dopo, penseremo al Parlamento.

Intanto, costruiamo subito un mondo in cui le “Isabella Viola” o gli anonimi “Mario Rossi” non debbano più morire di fatica (o di Equitalia) per portare un tozzo di pane alla propria famiglia.

Nino Caliendo

Fonti di alcuni contenuti e notizie:

http://www.libreidee.org/2012/12/giulietto-chiesa-una-tempesta-li-spazzera-via-tutti/

http://www.libreidee.org/2012/12/sinistra-radicale-giannuli-lasciate-perdere-siete-finiti/

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