Si è suicidata Brittany Maynard, aveva annunciato la sua morte
Ha preso i farmaci letali nel letto della sua nuova casa di Portland, circondata dal marito Dan Diaz, la madre Debbie Ziegler, e il padrino Gary Holmes LAPRESSE Brittany Maynard 03/11/2014 PAOLO MASTROLILLI INVIATO A NEW YORK Brittany Maynard è morta, come aveva annunciato, sabato sera. Ha preso i farmaci letali nel letto della sua nuova casa di Portland, circondata dal marito Dan Diaz, la madre Debbie Ziegler, e il padrino Gary Holmes, per evitare le sofferenze del cancro al cervello che l’aveva comunque condannata.Su Facebook, ha lasciato quest’ultimo messaggio: “Addio a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia, che amo. Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, davanti alla mia malattia terminale, questo terribile cancro che ha portato via così tanto da me, ma che avrebbe preso ancora di più. Il mondo è un bel posto, il viaggio è stato il mio maestro più grande, i miei amici più stretti e miei parenti sono le persone più generose e altruiste. Ho anche un cerchio di supporto intorno al mio letto, mentre scrivo... Addio mondo. Spargete buona energia. Siate generosi, pagate in anticipo per restituire ad altri il bene che ricevete”.
Brittany aveva saputo di essere malata a gennaio. I medici le avevano dato sei mesi di vita, e lei aveva scelto di evitare le cure che avrebbero rovinato la fine della sua esistenza, senza darle una vera speranza di guarire. Quindi si era trasferita in Oregon con la sua famiglia per approfittare del Death With Dignity Act, la legge che in quello stato consente il suicidio assistito. Aveva ricevuto da un medico la ricetta per acquistare i farmaci letali, annunciando che li avrebbe presi il primo novembre, dopo aver festeggiato l’ultimo compleanno del marito. Quindi aveva passato i suoi ultimi mesi di vita viaggiando, salutando gli amici,e facendo campagna per l’eutanasia. In questo modo ha rilanciato il dibattito sulla legalizzazione del suicidio assistito.
Giovedì scorso aveva pubblicato un video in cui diceva di non essere certa che il primo novembre fosse la data giusta per morire, perché nonostante il cancro stesse diventando più doloroso, lei provava ancora gioia a vivere con la sua famiglia, ad esempio durante il viaggio che aveva fatto al Grand Canyon. Quel video, evidentemente, serviva solo ad alleggerire un po’ la pressione mediatica che si era creata intorno a lei. Così sabato, nella tranquillità della sua casa di Portland, ha ingerito i farmaci letali e concluso la sua esistenza.
Volevo scrivere qualcosa per la ricorrenza dei Morti e la triste sorte di questa giovane mi ha dato la spinta a farlo. Ho visto le sue foto vestita da sposa: era bellissima e lo è stata fino alla fine anche se il terribile male che aveva dentro la testa e le cure l'avevano fatta gonfiare un po'... ed un occhio era semichiuso. Tutti dobbiamo morire e, come ripeteva sempre mia madre, cattolicissima: "Vita breve, morte certa, del morire l'ora è incerta." Per fortuna in molti casi è così. Può arrivare in ogni forma, ad ogni età e all'improvviso.. Ma in certi casi sfortunati si preannuncia in modo crudele e la forza di guardarla arrivare bisogna trovarla.. Quello che non è giusto è consentirle di farci soffrire fino allo spasimo prima di spegnerci. Personalmente trovo tristissimo il commiato dalla vita e dagli affetti ma giusta la strada meno dolorosa. Ho conosciuto una persona, un italiano, non più giovane come questa bella ragazza, che ha scelto la stessa strada di lei per non entrare nel tunnel del dolore estremo di un cancro alla bocca. Aveva tentato tutto, ma ormai lo aspettava il peggio senza speranza ed è andato in Svizzera perché in Italia non si può fare. Era un pilota. Aveva condotto aerei di linea, ultraleggeri, addirittura aerei per spegnere gli incendi... Aveva volato per migliaia di chilometri sull'Africa con piccoli aerei da turismo.. Adorava stare sempre lassù. La sua scelta è stata triste e rispettabile. L'unica cosa che possiamo fare, ed io lo faccio per me stessa, è ricordare i morti: dimenticarli, non parlarne più secondo me li annulla del tutto nell'oblio. Non vado mai al cimitero quando vanno tutti: ci vado quando non c'è nessuno, nei più disparati periodi dell'anno. Non ho bisogno del 2 novembre per ricordarli. Per ognuno mi basta uno stimolo qualsiasi: il lenzuolo appartenuto a nonna Celestina, la nonna materna di mio genero, che metto nel mio letto perché mia figlia non può usarlo con il piumone che esige lenzuola diverse, più moderne, mi suscita il suo ricordo, il suo sorriso. Il centrino ricamato da Francesca, la madre del secondo marito della mia consuocera, è appeso in un quadro a casa di mia figlia: è a forma di angelo, lo ricamò per la nascita del mio primo nipote, nipote anche della donna che sposerà poi suo figlio... Mi ricorda lei, donna semplice che sapeva per questo fare tante cose... Ricordo i suoi cioccolatini che sembravano usciti da una pasticceria... Ognuno che è passato attraverso la mia vita, sia pure per poco e un po' di lato.. lo ricordo.