Morso d’imbecille
Creato il 11 ottobre 2012 da Mente Libera
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Negli ultimi anni ho visto sdoganare il “pensiero imbecille”.
Affermazioni, teorie e concetti che anni fa sarebbero stati semplicemente improponibili, oggi vengono sbraitati ed imposti, con l’ottusa pretesa che questo valga quello, ed è evidente che chi lo fa ci creda davvero, e non si renda conto di essere, limitato di testa, di cuore e d’animo.
Del resto che ogni imbecille si senta in diritto di esprimere opinioni pubblicamente è dimostrato dal fatto che son qui a scrivere.
Ho paura per il futuro, sembra un film di zombies, l’imbecillità infetta in molti modi e solo una continua autocritica può proteggerci, ma un solo passo falso, un solo morso dell’imbecillità, ci rovinerebbe senza rimedio.
Un’affermazione idiota detta pubblicamente basterebbe a rovinarci, come si potrebbe poi tornare sui propri passi senza perdere la faccia ?
Come rinunciare, poi, all’orgoglio, ammettendo che si è ceduto, anche solo per un istante, alla stupidità ?
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Per quanto ci sforziamo di essere al meglio, e davvero pochi di noi lo fanno davvero, non siamo disposti, in caso di errore, ad abbassare la testa, sia se la nostra mancanza avviene in presenza di qualcuno che consideriamo “meno di noi”, e tanto meno se chi è presente alla nostra caduta è degno del nostro rispetto, e dal quale desideriamo considerazione.
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Se l”imbecillità ci ha colpito sul lato destro, facendoci vacliiare, l’orgoglio ci fa il suo affondo sul fianco sinistro, e si cade, scivolando giù per il pendio evolutivo, perdendo mesi e mesi di progressi, forse addirittura anni.
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Guardo fuori dalla finestra e non c’è altro che il mio giardino amorevolmente perseguitato da una gelida pioggia ma se sposto lo sguardo in una dimensione più simbolica allora li vedo, tutto intorno alla recinzione, ammassati con bastoni, forconi, rastrelli, armi di tutti i generi e alienati da una rabbia generica ma feroce che vogliono me, non perchè io rappresenti qualcosa ma solo perchè io, rispetto a loro determino una differenza di potenziale e loro, per natura, devono eliminare tale differenza, che tutto sia uguale, che tutto torni ad una staticità ove ogni cosa sia immobile ed uguale ad ogni altra.
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La sola paura che ho di loro è già infettiva, mi accorgo di pensare cose violente, fantastico di guerra civile, mi vedo giustiziere, con le mani e la bocca sporche di sangue, del sangue degli imbecilli che predicano la violenza, che predicano azioni punitive di sopraffazione; non ho più paura ma sbavo e smanio di mordere, io sono ora il metro del Giusto e nessuno potrà resistere all’impatto della forza delle mie idee, le mie bellissime, giustissime, meravigliose idee che non possono essere difese e sostenute a parole perchè il mio interlocutore non è in grado di ragionare, idee che non possono essere comprese da chi manca del minimo di sensibilità.
Per millenni la plebe ignorante, consapevole della propria ignoranza aveva la sua propria grandezza e dignità nell’umiltà.
Com’erano belli i contadini e gli operai, martiri del potere dei padroni, vittime dei potenti, così eroici e destinati alla dignità del giusto che con stoico coraggio portavano avanti le loro vite sostenendo la civiltà con il lavoro delle loro utili braccia.
Oggi pensano di poter pensare, pensano di poter avere un opinione, e per alcuni è senz’altro vero, ma la maggior parte di loro è di una stupidità disarmante.
Ed io ? Che mi ritengo intelligente, che mi ritengo al di sopra della melma primordiale che mi assedia ? Io che ho iniziato a comprendere il paradosso dell’inutilità di ogni cosa nella vita che rende utile la vita stessa, io non sono migliore di loro, sbavo di rabbia, urlo di rancore, giudico, desidero violenza, mi credo chiuso in casa, assediato, mentre in realtà sono fuori, ad assediarmi, sono stato infettato e sono a mia volta infettivo.
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