Come una fatality ha cambiato l'industria del videogioco
Si fa un gran parlare in questo periodo di PEGI: in Italia qualcuno vorrebbe vietare i giochi violenti ai minori, altri in Inghilterra minacciano di avvisare i servizi sociali se un bambino a scuola ammette di averci giocato, molti vorrebbero maggiore responsabilità da chi li produce e da quelli che ne scrivono, eppure circa vent'anni fa tutto ciò non esisteva. Certo non mancavano le crociate che mettevano in guardia dal nuovo satana videoludico, ma alla fine quegli ammassi di pixel sembravano non destare poi tante preoccupazioni. Sono giochi, che vuoi che facciano? L'importante è stare attenti che il bambino non ci passi troppo tempo, no? Poi giunsero gli anni '90 e, mentre la musica si faceva più incazzata a colpi di grunge, anche i videogiochi diventavano più realistici, più duri, più belli da vedere. Arrivò Doom col suo carico di sangue, demoni e pentacoli, ma soprattutto si diffuse la moda di digitalizzare attori in carne ed ossa per ottenere un effetto più intenso.
twittalo! Dopo l'arrivo di Mortal Kombat il mondo dei videogiochi non è stato più lo stesso
Fatality!
A vederli adesso sembrano ridicoli, ma credeteci: all'epoca pensavamo che quegli sprite con pochi colori e quei filmati sgranati rappresentassero un'evoluzione tecnica talmente mostruosa che difficilmente ci si sarebbe potuti spingere oltre.
![Mortal Kombat e L’ESRB Mortal Kombat e L’ESRB](http://m2.paperblog.com/i/280/2800122/mortal-kombat-e-lesrb-speciale-ps4-L-xc6oZS.jpeg)
Console War e Mortal Monday
A differenza di Doom però, che fu tirato in ballo per la strage di Columbine, la polemica montata intorno a Mortal Kombat fu piuttosto paradossale dato che non ci fu mai alcun episodio che ha innescato la miccia. Nessun tredicenne ha mai tentato una Fatality sulla sorellina (o almeno, nessuno sembra esserci riuscito), il gioco era semplicemente troppo cruento per essere ignorato.
![Mortal Kombat e L’ESRB Mortal Kombat e L’ESRB](http://m2.paperblog.com/i/280/2800122/mortal-kombat-e-lesrb-speciale-ps4-L-_kdoa7.jpeg)
Davanti al Congresso
Seguirono comizi, censure, giochi tolti dagli scaffali, finché la cosa non approdò al Congresso, il quale già dal 1992 aveva preso per l'orecchio SEGA e Nintendo affinché istituissero un loro sistema di rating univoco con cui catalogare i giochi. Per tutta risposta i due contendenti portarono la console war in aula, mettendo in scena una sequela di colpi bassi degni di Mortal Kombat. Da una parte Nintendo se la prese con Night Trap e i suoi filmati scollacciati. Secondo Howard Lincoln, che all'epoca gestiva Nintendo of America, il gioco non aveva ragione di esistere, incitava allo stupro e aveva visto dei ragazzini comprarlo. Per tutta risposta SEGA sostenne che Nintendo non aveva neanche un sistema di rating, quindi vendeva giochi senza alcun controllo o indicazione. Il vice presidente di SEGA, Bill White portò come prova anche un controller Nintendo Super Scope, tanto per rafforzare l'idea che i videogiochi della Grande N trasformavano i ragazzi in assassini. Uno scambio di cortesie che si sommò alle solite associazioni genitoriali indignate e pronte a tutelare l'innocenza dei propri figli e che fece rimanere basito persino Joe Lieberman, uno dei senatori che promuovevano la campagna contro i videogiochi violenti.
E infine arriva l'ESRB
Nel 1994 fu Liberman stesso a proporre il Video Game Ratings Act, che avrebbe dovuto convocare una commissione federale che determinasse gli standard per la classificazione dei videogiochi, a meno che le compagnie non fossero disposte a mettere da parte l'ascia di guerra e collaborare.
Posti di fronte a questa minaccia, i litiganti fecero immediatamente pace e crearono l'ISDA, la Interactive Digital Software Association, un ente che aveva il compito di promuovere a Washington gli interessi del settore e che poi diventò l'Entertainment Software Association. Tuttavia, mettersi d'accordo non era poi così facile. SEGA avrebbe voluto far adottare i suoi standard, ma Nintendo avrebbe più volentieri tagliato i baffi a Mario piuttosto che accettare la proposta del nemico. La questione passò dunque nelle mani dell'ISDA, che creò un organismo indipendente: l'Entertainment Software Ratings Board (ESRB) che aveva lo scopo di far valutare i giochi a una commissione indipendente. La mossa piacque a Nintendo e al Senato, anche se gli standard proposti dall'ESRB erano molto simili a quelli di SEGA. Così nacque l'ESRB, un'istituzione che, anche se non è legge, viene tenuta in seria considerazione dalle catene di distribuzione americane. Tecnicamente infatti una legge che proibisse la vendita di videogiochi ai minori sarebbe anticostituzionale, tuttavia i negozianti possono scegliere in maniera autonoma di non vendere determinati prodotti al pubblico più giovane. E ovviamente, il primo gioco a ricevere il bollino M ovvero "Mature" fu proprio lui: Mortal Kombat.
Mortal Kombat X - Videorecensione