Magazine Cinema
(id.)
di David Koepp (Usa, 2015)
con Johnny Depp, Gwyneth Paltrow, Ewan McGregor, Paul Bettany, Jeff Goldblum, Olivia Munn
durata: 107 minuti
★☆☆☆☆
Se tre indizi fanno una prova, quando arrivano a quattro o cinque si ha una granitica certezza: il buon Johnny Depp, un tempo gallina dalle uova d'oro del cinema americano, ormai non ne imbrocca più una nemmeno per sbaglio... risale infatti al 2009 l'ultimo ruolo decente capitatogli al cinema (in Nemico Pubblico di Michael Mann), inanellando successivamente solo flop clamorosi di pubblico e critica (Alice in Wonderland, The Tourist, Dark Shadows, Lone Ranger, Transcendence, passando per l'ennesimo stanco episodio di Pirati dei Caraibi). E' come se Depp fosse rimasto prigioniero di una maschera, quella di Jack Sparrow, e non riesca più a togliersela dalla faccia: col tempo i suoi personaggi sono diventati un po' tutti come il pirata che interpreta: sgraziati, sopra le righe, bolliti, quasi irritanti.
Anche nell'ultimo Mortdecai, altro film di imbarazzante bruttezza, Depp tocca ancora una volta il fondo: in questo pasticciatissimo, patetico tentativo di rinverdire i fasti dell'action-movie avventuroso, strizzando l'occhio ad Arsenio Lupin e l'Ispettore Clouseau, il suo personaggio è perfino più fastidioso dei baffetti posticci che tanto irritano la sua partner Gwyneth Paltrow: palesemente a disagio, completamente avulso dalla storia (peraltro confusa e raffazzonata, scritta e raccontata malissimo), incapace di strappare un minimo sorriso in un ruolo che dovrebbe essere brillante, viene naturale chiedersi se in passato abbiamo forse sopravvalutato questo attore, la cui parabola discendente sembra andare di pari passo con quella del suo 'mentore' Tim Burton, come se nessuno dei due sia più capace di smarcarsi l'uno dall'altro, nel bene e (soprattutto) nel male.
C'è da dire però che Mortdecai non è brutto solo per la scarsa vena del suo protagonista, anzi... la sceneggiatura piatta e confusa, inspiegabilmente tirata per le lunghe, non consente a nessuno degli altri attori di ritagliarsi almeno un cameo decente: si va avanti per centosette lunghissimi minuti, del tutto privi di acuti e con situazioni telefonatissime da avanspettacolo. Mai un guizzo, una battuta fulminante, un virtuosismo di macchina, in un film che cerca, invano, di miscelare l'azione con l'ironia, sbagliando però completamente i tempi comici e finendo per stancare lo spettatore, ammorbato da tante chaicchiere senza costrutto (oltre che dalle insopportabili smorfiette di Depp).
Si esce dal cinema quasi come una liberazione, dimenticandosi seduta stante di quello che abbiamo visto. Il regista David Koepp, incredibile ma vero, ha scritto le sceneggiature di Carlitos's Way e Mission: Impossible (a conferma che tra scrivere e dirigere un film c'è sempre un abisso), ma qui si affida incautamente alla penna di Eric Aronson, che prova a adattare per il grande schermo quattro racconti di Kiril Bonfiglioli scritti tra il 1972 e il 1985, con risultati disastrosi. Mortdecai rischia di diventare il più grande insuccesso commericiale di Johnny Depp: costato circa 60 milioni di dollari, ne ha incassati poco più di un terzo... e sappiamo quanto Hollywood non perdoni flop di questo tipo. Tempi duri, capitano Jack.
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