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E come potevamo fermarci? E' troppo divertente!!! Non il fatto di cercare delle ricette, provarle, fotografarle e scriverci su un post, che è, più o meno la routine di tutte noi food bloggers, ma è troppo divertente organizzarsi per dar vita a questa raccolta a tema... perché ogni volta, come già hanno ribadito meglio qui e qui (ma repetita juvant!), si cerca di iniziare seriamente organizzando un lavoro scrupoloso, ma si finisce per parlare di tutto e sempre poco seriamente... da nord a sud, con par condicio! Però, devo dirlo, la causa di tutto ciò è il maschietto del gruppo... il suo ruolo è determinante nel cazzeggio... e di solito è pure determinante sul titolo della raccolta... Questo mese che avevamo scelto un (st)renna tanto loquace, lui ci ha lasciato senza parole... All'ultimo momento di più non abbiamo saputo fare (e non osate dire che non ci siamo “sforzate” abbastanza... a quello ci ha comunque pensato la nostra rennina!) e l'abbiamo chiamato RinnUoviamoci. Di cosa si tratta? Del riciclo delle uova pasquali, che fra poco arriveranno a quintali nelle case di tutti noi... Ora, siccome l'anello debole di tutta questa storia è sempre la sottoscritta, stavolta ho voluto strafare, proponendovi non una ma bensì due ricette... Ok, non mi devo allargare, in realtà è la stessa ricetta, però fatta in due versioni: 1. quella originale; 2. quella light!!!! Fra l'altro la ricetta (originale) è nientepopòdimenochè di Agatha Christie, conosciuta da me tramite Alessandra (e quando mai?). Il suo nome è “Morte Deliziosa” e devo confessare che dopo averla assaggiata, capisco anche il perché... Ma se “il naufragar mi è dolce in questo mar”, non vi posso dire come sia edulcorato affondare in questo abisso. Per cui quale nome migliore se non “Agonia Gradevole”???
Morte Deliziosa
per 10 persone
250 g di cioccolato fondente (al 70% di cacao), ma il mio aveva una percentuale inferiore
100 g di uva passa
150 g di zucchero semolato
150 g di burro
6 uova codice 0
40 g di farina (io di riso)
mezzo bicchierino di Cointreau (io brandy o liquore simile)
Ammollare l'uvetta nel brandy, allungato con un po' di acqua tiepida.
Foderare una tortiera rettangolare (e poi capirete il perché) con carta da forno.
Far fondere a bagnomaria (io al microonde a 450 watt) il cioccolato con il burro. Appena si raffredda, aggiungere i tuorli, ad uno ad uno, incorporandoli con una frusta. Mescolare sino ad ottenere un composto liscio e lucido. Aggiungere poi lo zucchero, la farina setacciata, l'uvetta e, in ultimo, gli albumi montati a neve (ai quali io aggiungo sempre due cucchiai di zucchero che tolgo la conto complessivo), facendo attenzione a non smontarli.
Versare il composto nella teglia e cuocere a 190 gradi per i primi dieci minuti- e poi a 170 per i restanti 10-15.
E' essenziale che la torta non si asciughi troppo in cottura, ma resti umida: è meglio usare il forno in modalità statica e sorvegliare la cottura, negli ultimi minuti. L'interno, infatti, deve rimanere fondente. Questo consiglio però per me è stato difficile da seguire, perché ho il forno “autonomo e indipendente” e ho scoperto (ahimè soltanto dopo) che non ha la modalità statica. Quindi, forse la prima versione ha cotto un po' di più. Il risultato però è stato gradevolissimo e possono confermarlo tutti coloro che l'hanno assaggiata. Per questo motivo io ho scelto una teglia rettangolare, in maniera tale da tagliare la torta a quadrotti ed essere servita come dessert finger food.
La seconda versione invece è stata cotta in una teglia circolare classica di (credo) 26 cm, ho diminuito un po' i tempi di cottura (visto l'esperienza pregressa) e quindi credo che la consistenza sia stata quella giusta.
Agonia Gradevole
per 10 persone
250 g di cioccolato al latte (il mio era per giunta per diabetici, in quanto mio fratello ne aveva comprato un chilo, perché gli avevano detto di non mangiare zuccheri... ma quando il medico gli ha dato il via libera per ricomiciare a mangiare, il cioccolato è passato tutto a me, con la frase “tu saprai che farne!”)
100 g di uva passa
100 g (anziché 150) di zucchero a velo (in realtà avrei voluto mettere lo zucchero di canna, ma mi sono dimenticata di aggiungerlo al momento opportuno, per cui quando tutto il composto era nella teglia e l'ho assaggiato, ho capito che mancava qualcosa e pensa che ti ripensa, ho avuto un colpo di genio e mi sono ricordata di aver dimenticato lo zucchero... Che fare a quel punto? Ho aggiunto lo zucchero a velo!)
150 g di barbabietole precotte (e sì, mie care, può sostituire egregiamente il burro!!!)
6 uova codice 0
40 g di farina (io di riso)
mezzo bicchierino di Cointreau (io sempre brandy o liquore simile)
Ammollare l'uvetta nel brandy, allungato con un po' di acqua tiepida.
Foderare una tortiera rotonda con carta da forno.
Grattugiare la barbabietola. Far fondere a bagnomaria (io al microonde a 450 watt) il cioccolato senza niente. Appena si raffredda, aggiungere i tuorli, ad uno ad uno, incorporandoli con una frusta. Mescolare sino ad ottenere un composto liscio e lucido. A questo punto io ho aggiunto la barbabietola, la farina setacciata, l'uvetta e, in ultimo, gli albumi montati a neve (secondo il mio procedimento, anche se io questa volta non l'ho fatto), facendo attenzione a non smontarli.
Versare il composto nella teglia e assaggiare e così vi accorgerete di eventuali errori. Quindi, a questo punto, io ho aggiunto lo zucchero a velo e mescolato alla bella e meglio. Altrimenti ricordatevi di aggiungere lo zucchero subito prima della farina e cuocere a 190 gradi per i primi dieci minuti- e poi a 170 per i restanti 10-15 a forno statico, altrimenti fate come me a 180° e non se ne parli più!
La versione light devo dirvi che è davvero buona, non si rimpiange il cioccolato fondente (che fra l'altro i preferisco), non si avverto l'uso della barbabietola, nonostante il dolce resti morbido. Chi lo ha assaggiato, non ha capito che si trattasse di un dolce light. A questo punto non posso che dirvi che questo lusso me lo concederò più spesso!
Domani vi aspettiamo numerosi da EliFla per l'appuntamento del giovedì e venerdì da Mapi!!!
A presto
Stefania Oliveri