Giorgio Fontana
Morte di un uomo felice
Sellerio
Giorgio Fontana è uno dei pochi “giovani” scrittori dotati di sensibilità, voglia di scavare, approfondire, analizzare che la scena editoriale italiana ci ha offerto in questi anni pieni di eccessi e superficialità.
Questo romanzo edito da Sellerio rappresenta l’ulteriore conferma del valore di Fontana, finalmente riconosciuto anche con un premio importante quale il Campiello.
La storia corre su due piani: da un lato c’è Ernesto Colnaghi, giovane marito e padre che vuol agire con entusiasmo contro i fascisti negli anni della seconda guerra modiale; dall’altro troviamo Giacomo Colnaghi, suo figlio, magistrato cattolico, impegnato contro il terrorismo degli anni ottanta.
Affrontando, su piani diversi, temi scottanti e ancora non del tutto risolti, la lettura di questo romanzo ci invita a riflettere su svariati argomenti e a fare confronti con l’odierna situazione nazionale. Molte le similitudini, molti i dubbi e le domande sugli eventi e le cause.
Ciò che maggiormente colpisce, però, è la domanda cardine dell’agire, dell’indagare di Colnaghi figlio. Capire le cause può e deve prevenire atti sanguinosi e destabilizzanti. Eppure ciò non avviene. Doni, il magistrato amico di Giacomo Colnaghi, afferma che compito della giustizia è soprattutto punire. Il resto appartiene ai preti…
Fontana ci regala brani intensi, drammatici, eppure non mancano squarci di cielo, afflati di gioia e di speranza nei protagonisti, alti esempi di fedeltà a un ideale forse troppo alto e puro ma che ancora oggi sprona uomini di valore a dare il meglio e a provare un cambiamento.
Mary Zarbo
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