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Morte fai da te? No Alpeis tour? Ahi ahi ahi

Creato il 27 ottobre 2012 da Cannibal Kid
Condividi Morte fai da te? No Alpeis tour? Ahi ahi ahi Avete visto Kynodontas? Non vi ricordate se l’avete visto o meno? Impossibile. Se l’avete visto, lo sapete di certo. Che vi sia piaciuto o vi abbia infastidito, di certo non vi avrà lasciati indifferenti. Kynodontas è un film greco tra i più disturbanti e allo stesso tempo geniali degli ultimi anni. Ci presentava una tipica famiglia come tante: padre, madre, due figlie e un figlio. Solo che non era esattamente la famigliola del Mulino Bianco e i figli non venivano trattati in maniera tanto normale, visto che erano isolati dal mondo e allevati come fossero animali. Una metafora dei regimi dittatoriali, oppure una semplice dimostrazione di sadismo? Qualunque fosse la risposta, Kynodontas era ed è un film indimenticabile, che ti segna, ti marca nel profondo, ed è assolutamente consigliato. Ma certo non quando avete voglia di una visione leggera e disimpegnata. Il nuovo film di Giorgos Lanthimos, la mente malata che si cela dietro a Kynodontas, deve quindi inevitabilmente stare a confrontarsi con l’illustre predecessore. E come ne esce? Se avete intenzione di cimentarvi nella visione della pellicola, attualmente disponibile in rete soltanto in lingua originale greka con sottotitoli in italiano, è meglio che non sappiate nulla. Se invece volete rovinarvi la sorpresa o non avete intenzione di vedere il film, potete continuare a leggere.
Morte fai da te? No Alpeis tour? Ahi ahi ahi Alpeis (Grecia 2011)
Titolo internazionale: Alps Regia: Giorgos Lanthimos Cast: Aggeliki Papoulia, Johnny Vekris, Aris Servetalis, Ariane Labed, Stavros Psyllakis, Erifili Stefanidou Genere: malato Se ti piace guarda anche: Kynodontas, Kinetta, Il grande capo
ATTENZIONE SPOILER La storia è forse ancora più malata e deviante di quella rappresentata in Kynodontas. I protagonisti sono un gruppo di tizi che decide di mettere in piedi un’attività molto particolare, chiamata simbolicamente Alpeis, poiché i monti alpini si reggono l’uno con l’altro: per alleviare il dolore per la perdita di una persona cara, loro si propongono come “sostituti” del defunto. In pratica, rimpiazzano in tutto e per tutto la persona morta. Se facessero lo spot pubblicitario, potrebbe essere: “Morte fai da te? No Alpeis? Ahi, ahi ahi.”

Il modo in cui compiono questa sostituzione è però molto meccanico, con la ripetizione sempre delle stesse frasi e delle stesse azioni, e se immaginate una cosa già di suo deprimente, questo è ancora più deprimente di quanto potreste mai immaginare. Sebbene a tratti il loro comportamento sfoci nel ridicolo e altre volte semplicemente nel noioso. Alpeis parte quindi da uno spunto geniale come e forse più di quello presentato in Kynodontas. A livello cinematografico, il film risulta però meno efficace. Nonostante lo stile adottato dal malvagio Lanthimos sia simile, non ha la stessa potenza visiva e le scene non hanno la stessa forza. Se con Kynodontas poi il comportamento della famiglia protagonista poteva essere lo spunto per varie riflessioni politiche e sociali, in questo caso il tema della morte, che poteva far nascere spunti ancora più forti, è affrontato in maniera sì provocatoria, però non si va molto al di là (termine quanto mai azzeccato) di questo. Interessante e non del tutto approfondita anche la tematica della personalità. Lanthimos gioca come un Pirandello sadico a togliere l’identità ai suoi personaggi: nel precedente Kynodontas i figli erano pupazzi nella mani di un padre burattinaio, qui i personaggi annullano loro stessi per diventare alter-ego di persone scomparse da poco. In un simile gioco perverso possiamo leggere una riflessione sul cinema, sul ruolo degli attori nell’interpretare una parte. Le riflessioni scattano quindi anche qui, ed è questo il bello delle folli pellicole del regista greco. A vederle fanno male, sono un pugno allo stomaco. Ma a ripensarci sono delle opere davvero complesse, sfaccettate e profonde.
Morte fai da te? No Alpeis tour? Ahi ahi ahi
Alpeis è una visione interessante, parecchio interessante, eppure sembra quasi come se Lanthimos dopo Kynodontas si sia trovato “obbligato” a fare qualcosa di ancora più estremo. Il greco maligno c’entra l’obiettivo di essere disturbante e provocatorio come soltanto pochi altri registi al mondo riescono a essere, mi vengono in mente Michael Haneke e Lars Von Trier. Adesso resta da capire se il suo particolarissimo lavoro di provocazione riuscirà ad elevarsi più in alto delle Alpi, oppure se Kynodontas è destinata a essere la sua opera più rappresentativa e il vertice della sua, chiamiamola così, “poetica”. Per il momento, questo Alpeis appare come una pellicola transitoria, ancora molto legata al film precedente, vuoi per la presenza della fenomenale Aggeliki Papoulia come protagonista, vuoi perché i momenti più emotivamente forti anche qui sono rappresentati dalle scene di danza, che però non toccano i vertici del sirtaki andato a male di Kynodontas. Alpeis ha quindi la “colpa” di arrivare dopo un capolavoro tanto geniale quanto riuscito e riesce a sua volta ad essere geniale, ma non altrettanto riuscito.
Morte fai da te? No Alpeis tour? Ahi ahi ahi
Da uno spunto del genere, quello dell'impresa che sostituisce i morti, mi immagino già che negli Usa possano tirarne fuori una intera serie tv, un incrocio tra un Six Feet Under più malato e un Ghost Whisperer meno sentimentale. Alpeis invece va di cattiveria pura, sebbene non sfrutti la strepitosa idea fino in fondo, con una rappresentazione che si incarta un po’ nella ripetitività. Resta comunque un’opera da vedere per farsi del male, cinema per nulla d’intrattenimento ma di “disturbamento”. Sapevatelo. (voto 7+/10)
L'orablu

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