Ariel Sharon, generale ed ex premier israeliano, è morto oggi all’età di 85 anni, dopo un coma di 8 anni conseguente a un ictus.
Ariel Sharon si trovava ricoverato in coma da quasi otto anni, da quel 4 gennaio 2006 nel quale venne colpito ad un ictus che gli causò un coma dal quale non si è più risvegliato. L’ex premier era stato colpito proprio mentre preparava la campagna elettorale per il lancio del suo nuovo partito centrista, Kadima, dopo il disgregamento e le divisioni nello storico partito di centrodestra israeliano, il Likud. Ariel Sharon era considerato uno dei simboli di israele. Generale, è stato protagonista in tutti i principali conflitti che hanno visto Israele battersi con gli stati vicini, fino alla vittoria nel 197 sulle armate egiziane. Nel 1982 inoltre, fu lo stesso Sharon, allora ministro della Difesa, a decidere l’invasione del Libano e nel 2000 a isolare dal mondo il leader palestinese Yasser Arafat, nel periodo più critico della seconda Intifada palestinese. Negli ultimi anni di premiership, però, l’ex generale aveva ammorbidito certe sue posizioni, fino a decidere nel 2005 per lo sgombero dei coloni ebraici dalla Striscia di Gaza, vista come un primo passo verso un accordo duraturo di pace tra israeliani e palestinesi. Poi però i due ictus e il conseguente anonimato in un ospedale di Tel Aviv. Nelle ultime settimane erano trapelate notizie sul progressivo aggravarsi del suo stato di salute, confermato dalle fonti dell’ospedale di Tel Aviv, che avevano sostenuto come l’ex premier israeliano avesse solo pochi giorni di vita, a causa del deperimento organico e del blocco renale cui era soggetto da tempo e che un intervento chirurgico non era riuscito a risolvere. Soltanto il cuore ha continuato a battere, cuore che ora si è fermato.