Quando ascoltai l’album “Anidride solforosa”, ne fui entusiasta, una miracolo nel contesto musicale italiano dell’epoca. Fu così che nel 75 conobbi Roberto Roversi e con meraviglia capii che la “libertà” degli uomini è cosa possibile.
Una grande perdita per la “cultura” già così latitante in questo Paese.
Partigiano sulle colline piemontesi nel ’43, assolutamente fuori dagli schemi e spiazzante in alcune scelte di vita come rifiutare proventi a lui spettanti, non pubblicare più con i grandi editori ma collaborare con piccole riviste autogestite.
Direttore del giornale Lotta Continua, inoltre a fianco di Pasolini e Leonetti nella redazione di Officina, autore di testi teatrali.
Nel 1961 fondava “Rendiconti”, negli anni 70 aveva scritto i testi in quelli che ritengo i dischi più interessanti di Lucio Dalla, tra questi spicca il bellissimo “Anidride solforosa” del 1975.
Da quel disco capii che fare un’altra musica è possibile.