di Giacomo Dolzani
È morto, il 23 dicembre 2013, il padre di una delle invenzioni che ha avuto, in un certo senso, un ruolo di primo piano in buona parte degli eventi bellici degli ultimi sessant’anni.
Si è spento oggi ad Iževsk, città della Russia centro occidentale, dopo una lunga malattia all’età di 94 anni, il generale Michail Timofeevič Kalašnikov, inventore di molte armi ma, soprattutto, del famoso e diffusissimo fucile d’assalto AK-47.
Kalašnikov, ingegnere meccanico, ha combattuto la seconda guerra mondiale prima come manutentore e poi come comandante di unità corazzate dell’Armata Rossa.
Dopo essere stato ferito gravemente nella battaglia di Brjansk, nel 1941, fu ricoverato per diversi mesi in ospedale e basandosi sui fucili utilizzati dall’esercito russo, decise di dar vita ad un’arma migliore, che cominciò a disegnare già durante la sua degenza.
Nonostante la bocciatura da parte dei tecnici dell’Armata Rossa del suo primo progetto, le sue competenze furono notate e venne quindi assegnato ad istituti di ricerca adibiti allo sviluppo di armamenti per l’esercito sovietico, dove contribuì in maniera fondamentale a diverse innovazioni; la sua genialità gli consentì di intraprendere una brillante carriera in questo settore che lo portò, in poco tempo, a diventare Capo progettista delle armi leggere per l’Urss.
L’anno della svolta fu il 1949, quando l’Armata Rossa adottò come fucile d’assalto d’ordinanza l’Avtomat Kalashnikova modello 1947, disegnato due anni prima e meglio conosciuto con il suo acronimo, AK-47.
Nei decenni seguenti furono apportate parecchie modifiche al progetto originale, che lo resero più leggero (il primo modello pesava circa 3 chili e mezzo ed era lungo quasi 90cm), più efficiente, più economico e più facile da riparare, cosa che contribuì non poco alla sua diffusione in gran parte degli eserciti del mondo, soprattutto in quelli dei paesi dell’area un tempo sotto l’influenza sovietica, oltre al renderlo l’arma più popolare tra combattenti e gruppi ribelli con possibilità economiche ridotte; il Mozambico lo inserì addirittura nella sua bandiera nazionale.
Di questo fucile e di tutte le sue varianti, benché non sia possibile conoscere il numero esatto, si stima ne siano stati prodotti circa 200milioni di esemplari; nonostante questo Kalašnikov non volle mai utilizzare la sua invenzione per ricavarne profitto ma, grazie alla quantità enorme di posti di lavoro creati soprattutto in Russia, venne nominato Eroe del Lavoro Socialista e, nel 1998, gli venne conferita la più alta onorificenza della Federazione Russa, il titolo di cavaliere dell’Ordine di Sant’Andrea.
Guardando le molte fotografie in cui vengono ritratti soldati o guerriglieri, scattate in Africa, America meridionale, sud est asiatico o Medio Oriente, spesso nulla hanno in comune tra loro, tranne il fucile con il suo caricatore curvo imbracciato dai combattenti, probabilmente uno dei protagonisti di gran parte dei conflitti seguiti alla seconda guerra mondiale.