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Morto Robin Williams

Creato il 19 agosto 2014 da Paopru

robin_williams7878Robin Williams è morto da giorni. Solo ora, finita la frenesia del ferragosto, mi rendo conto dell’immensa perdita e del senso di tristezza che la sua scomparsa è stata capace di infondere. Anche se riesco quasi ad immaginarmelo nella sua casa, depresso e in stato confusionale che tenta in un primo momento di tagliarsi i polsi per poi arrivare ad impiccarsi con la sua stessa cintura, mi piace ricordarlo come l’uomo sorridente che era (o che ci aveva fatto credere che fosse). Non so perché ma quando succedono cose di questo genere un senso di colpa mi assale, quasi come se avessi le potenzialità per evitare il fattaccio ma la grossa sfiga di non essere nel posto e nel momento giusto per evitarlo. Forse lo avrei calmato, gli avrei raccontato una barzelletta sui Carabinieri, magari gli avrei chiesto di raccontarmi qualche aneddoto della sua bella carriera. Ci saremo fatti un giro per la città, mangiato qualcosa per strada, fatto un bagno nell’oceano. 81WMcBgbEYL._SL1500_Cose semplici che forse avrebbero convinto il grande Robin a usare la cintura solo per tenersi su i pantaloni. Pensando alla sua morte non può che venirmi in mente Al di Là dei Sogni, quel piccolo capolavoro del 1998 che lo vede protagonista di una storia tratta dal mito di Orfeo e Euridice. Anche se Robin ci lascia da suicida, mi rifiuto di pensare che gli sia riserbata una fine straziante come quella di sua moglie (anche lei suicida) condannata al più cupo girone infernale nell’apatia eterna dell’oblio.  Per i sorrisi e le emozioni che il suo cinema è riuscito a regalare e per la fonte di ispirazione che può essere stata (chissà quanti sono diventati pediatri dopo aver visto Patch Adams) non può che meritarsi un angolino di paradiso, magari vicino a una casetta da lui immaginata in una valle dipinta coi suoi colori preferiti. Del suo cinema tutti ricordano Hook, Mrs Doubtfire, Will Hunting, Jumanji o L’attimo fuggente, eppure ho sempre ammirato anche quelle sue pellicole spesso cupe, senza sorrisi, che parlavano di ansie o dolori. Era evidentemente fuori parte, ma apprezzabile in questo cambio repentino di rotta, di personaggio fuori dal personaggio.

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Insomnia, One Hour Photo, The Final Cut sono pregevoli tentavi di scrollarsi di dosso l’etichetta da istrionico clown, interpretando killer o sociopatici molto poco rassicuranti. Un genio del cinema che quindi ci lascia con un’eredità cinematografica di tutto rispetto, ma con l’amarezza di aver ancora una volta alzato il sipario su un palcoscenico, quello Hollywoodiano, dove si inscenano molto spesso dei drammi personali a cui nessuno vuole cinicamente assistere.


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