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Morvillo Falcone: la strage all’epoca del web 2.0 nell’Italia del siamo tutti inquirenti

Creato il 23 maggio 2012 da Yellowflate @yellowflate
morvillo falcone

Italia: le stragi. 150 morti. 652 feriti. 11 stragi. Tanti altri piccoli tentativi, indici di una voglia di massacro, si sangue, di vendetta. Quindici, dal1969 al 1984, gli anni di piombo, il sangue, il terrore, la strategia della tensione. Forze oscure condizionano la vita democratica dell’Italia.

Lotta politica? Reazione? Voglia di potere? Ricatto? Milioni di domande a cui ancora non è stata data una chiara risposta.
Poi altre stragi, quelle di mafia. Morti, feriti, vittime, lacrime, sangue, manifestazioni, lenzuola bianche. Altre stragi.

Dietro gli anni di piombo logiche diverse, golpe e tentativi di golpe, servizi segreti deviati, uomini dello Stato con le mani sporche di sangue. Dietro alle tante bombe forse un disegno, un progetto non esatto.

Anni dopo, si conoscono qualche movente e qualche attore ma la verità giudiziaria non arriverà mai. Lo stragismo si archivia lentamente tra le pagine dei testi di storia.

Poi le stragi di mafia. Davvero? Solo mafia o anche lì c’è l’ombra di parti dello Stato? Mafia? Negli anni appare costante la Cupola nera un mix di mafia, servizi deviati, massoneria e quanto altro. Ma questa è tutt’altra storia. E’ complottismo.

Capaci, via D’Amelio, le grandi stragi di mafia, poi via Dei Georgofili: mafia, mafia sempre mafia.

Sono le stragi dell’Italia senza web 2.0, sono le stragi dove il reality c’è ma non è forzato, le notizie corrono e circolano, il sensazionalismo è moderato.

Fascicoli chiusi, fascicoli che ogni tanto si aprono nuovamente, confidenze, udienze, pentiti. Poi nuovamente silenzio. Le stragi in Italia sono un  ritmo che scandisce la storia della Repubblica italiana. Seguono un ritmo non sintonizzato ma ecco che arriva: una strage, quando nessuno se lo aspetto.

Brindisi 19 maggio 2012, ore 7e45, chi lo poteva prevedere?

Una, due, tre bombole. I particolari della strage non sono noti, non ancora, non nei dettagli. Inutile fare teorie, “le bombole quando scoppiano esplodono solo da un lato” chi lo ha detto? Chi dice che le bombole non siano state lì solo per ampliare il botto?

E’ facile intuire che le indagini e le inchieste non possono essere rese pubbliche così come tutti vorremmo, non può essere leggibile ogni dettagli di quegli orribili minuti.

Ma chi è il killer? Se è vero che già da giorni le ragazze erano tormentate da una strana presenza perchè nessuno ha segnalato l’uomo?

Intanto, strano fatto, nessuna rivendicazione è stata segnalata, ma al contrario, tutti prendono le distanze da questa strage, da un lato due chiari messaggi della Sacra Corona Unita, dall’altro quello di uno dei leader delle Nuove Brigate Rosse.

Chi è l’autore di questa efferata strage?

Chiunque sia, per qualunque motivo, quel sabato di maggio fosse lì, davanti a quella scuola, con quel telecomando, è un terrorista, così almeno dicono gli inquirenti.

Le stragi all’epoca del web 2.0 hanno un sapore diverso. Nell’etere volano le foto ed i filmanti.Sembra quasi di essere lì, in qualche palazzo difronte all’istituto Morvillo Falcone ad osservare diari, libri, brandelli di abiti, scarpe, fumi, fumo. La strage. Poi le foto di lei, la giovane vittima Melissa Baldi, è un precipitarsi nelle bacheche delle vite virtuali, è un “furto” di ricordi che diventano pubblici, dopo Melissa ecco gli accorati appelli di preghiera per Veronica Capodieci ed anche lì foto di giovane quasi bambina sbattute sulle pagine del web 2.0.

Le ore passano, appaiono alcuni nomi ed anche lì è vendetta sul web 2.0. Gli italiani da inquirenti si trasformano in accusatori, vendicatori e vendicativi.

Poi le smentite ma sulle bacheche virtuali degli accusati certo non fioccano le scuse.

Intanto è il funerale: sul web appare la bara bianca di Melissa Bassi. Fine? No, si può sapere persino cosa contiene quel piccolo scrigno bianco.

Intanto però si seguono le prognosi delle altre giovani vittime.

E’ la strage all’epoca del web 2.0

 Tutte le piste sono aperte eppure in Italia c’è chi, complottista per passione dal primo minuti si è schierato sulla pista della Cupola nera, chi invece crede ci sia l’ombra della mafia e chi, quella dei terroristi, quali non è dato sapere.

Le domande si affollano nelle menti di tanti: le bombole no scoppiano, scrivono nel tanti “esperti”, tutti  moderni Sherlock Holmes indagano, osservano e teorizzano, confondono e fondono, speculano.

 


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