Di Roberta Miele. “Tutte balle”, questa è la verità per l’ex governatore del Veneto Giuancarlo Galan. Depositata la sua memoria difensiva in Giunta alla Camera, convoca una conferenza stampa. Racconta e sventola decide di documenti che dimostrerebbero la sua innocenza. “Non ho le colpe che mi vengono attribuite dai miei accusatori”, insiste.
La prova sarebbe nelle carte dell’inchiesta: nessuno ha mai detto di avergli dato dei soldi. Ma c’è un conto a San Marino e 50 milioni di dollari a disposizione del deputato forzista nel sud est asiatico attraverso la fondazione “Thema Italia spa”.
Galan ammette di aver aperto il conto a San Marino, ma non sa nulla del giro di danaro. “Mi sono fatto un’idea: qualcuno quei soldi se li è presi. Qual era il meccanismo? Baita (Piergiorgio Baita, ndr) fa una fattura falsa a San Marino, la Minutillo parte e gli porta i soldi, come facevo ad accorgermene? Nessuno, comunque, dice che mi ha dato una lira”.
Proprio su Claudia Minutillo c’è un intero capitolo del memoriale difensivo depositato. L’ex segretaria fu assunta dopo il licenziamento da parte dell’onorevole Paolo Scarpa Bonazza Buora; una gran lavoratrice, efficiente e preparata. Il motivo ufficiale del licenziamento fu l’antipatia con la moglie dell’ex governatore, in realtà nessuno la sopportava. Era la segretaria più lussuosa dell’emisfero boreale: “Il giorno in cui la vidi vestita con un cappotto di Chanel da 16 mila euro, eh per la Madonna, qualche dubbio mi è venuto. Vedo che dopo tutto quello che ha fatto, ha ottenuto un patteggiamento di un anno e 4 mesi e ora si fa fotografare su una nave”, dichiara Galan.
Smentite, su tutto e per tutti.Nega i restauri milionari per la sua abitazione, comprata già a nuovo. Nega anche gli interessi a lui accreditati in Indonesia; in particolare, la vicenda è spiegata in un passaggio della memoria.
Eppure in base alle intercettazioni ambientali e alle indagini del pm Stefano Lancillotto pare che cospicue somme di denaro siano state portate all’estero dal deputato di Forza Italia.
Nella richiesta d’arresto del 4 giugno inoltre risulta che i 50 milioni di riconducibili alla famiglia Galan sarebbero stati acquisiti tramite operazioni di compravendite societarie da parte di Paolo Venuti, commercialista e prestanome dell’ex governatore secondo gli inquirenti. In particolare, sono al vaglio della magistratura le intercettazioni tra Venuti e la moglie di Galan, in cui si parla di una “storia del gas” a cui “Giancarlo è molto sensibile”.