Io e il Dolce Principe amiamo molto scherzare e ironizzare e quando l'ironia e gli scherzi riguardano la mia persona lui si diverte in modo particolare.
Siccome ha sempre avuto delle belle guanciotte che tiravano letteralmente i baci, è stato fin da piccolo il bersaglio dei miei sbaciucchiamenti e giunto a una certa età ha deciso che è ora di finirla.
Per comunicarmi questa sua irrevocabile decisione, ha preso a passarsi la mano sulla guancia ogni volta che gli dò un bacio, dicendomi al contempo con aria di sfida: "mi tolgo i tuoi baci bavosi".
Vorrei precisare che i miei baci sono tutto fuorché bavosi, ma siccome lo scherzo diverte entrambi la pantomima continua puntualmente ogni volta che ci incontriamo. Io gli dico, umettandomi vistosamente le labbra: "Vieni, che ti voglio sbaciucchiare!!!" e lui fugge lontano: "Non voglio i baci bavosi di Zia!!!".
La commedia ha raggiunto un punto di svolta quest'estate, quando dovevo convincerlo a fare il suo dovere contro la sua volontà. "Se lo fai, non ti dò più baci bavosi per tutta l'estate". "Non accetto", ha detto prontamente lui; "i tuoi baci bavosi mi fanno ridere."
E così la faccenda continua tra alti e bassi e trovate di ogni tipo, come quella mattina in cui mi sono svegliata molto presto (quando siamo in Sicilia i bambini dormono in camera mia) e vedendolo profondamente addormentato ho depositato delicatamente un bacino sulla sua guancia. Immediatamente la manina è stata passata sulla guancia e il bacio tolto, perché i baci bavosi di Zia vanno sempre eliminati, anche nel sonno. ^_^
Di questa ricetta ho sentito parlare per la prima volta quest'estate da Emma, la moglie di un mio cugino, che è originaria di Vizzini (CT) dove questa ricetta p nata, descrivendomi come la faceva sua nonna. Non essendo appassionata di cucina non mi ha saputo indicare le quantità precise, ma ne ha detto abbastanza per incuriosirmi e spingermi a cercare notizie in più su questa delizia. In rete e ho trovato la ricetta così come me l'aveva descritta lei, qui. Poi ho cercato ulteriormente e ho trovato un'altra ricetta, a mio avviso più attendibile, su La Pulce e il Topo. Da questo sito ho saputo che la mostarda di fichi d'India può essere servita in due maniere: appena fatta, come fosse una semplice crema, oppure dopo averla fatta asciugare per alcuni giorni, finché assume la consistenza della cotognata.
Per questa seconda tipologia l'ideale sarebbe disporre delle apposite formine di terracotta, che darebbero ai nostri budini un aspetto davvero gradevole, ma è possibile utilizzare qualsiasi recipiente di terracontta e ottenere delle mostardine lisce.
Immagine presa dal forum La Pulce e il Topo
La versione che ho preparato io è la prima: una vellutata crema di frutta con tutto il sapore del fico d'India.Ho quindi vinto la mia reticenza ad acquistare fichi d'India al supermercato e... sorpresa! Sarà che quelli della mia campagna erano abbondanti e gratuiti mentre questi li ho pagati quasi 2 euro al kg, questa volta sono riuscita a ricavare molto più succo dai preziosi frutti. ^_^ En revanche, ho pagato cara la mia incompetenza all'acquisto: ho scelto i frutti dalla colorazione più rosata perché li cercavo rossi, e me li sono trovati tutti gialli. A differenza della marmellata però, che richiede una lunghissima cottura e ne snatura il colore trasformandolo in marrone, con la cottura breve si sono mantenuti di un bel colore dorato.
MOSTARDA DI FICHI D'INDIA, VERSIONE CREMOSA
Per 4 persone1,1 kg fichi d'India con la buccia50 g acqua 10 g di amido di frumento o fecola di patate per ogni 100 g di succo ricavatogranella di nocciole, pistacchi e mandorlescorza di limone grattugiataSbucciare i fichi d'India, tagliarli a pezzi e metterli in una casseruola larga dalle pareti alte insieme all'acqua. Accendere la fiamma e cuocere mescolando continuamente per una decina di minuti, per consentire al succo di sciogliersi. Filtrare il succo allo chinois premendo con il suo pestello, poi rimettere i semi nella pentola e ripetere il procedimento per raccogliere più succo possibile. Ne ho ricavati 450 g.Pesare il succo ottenuto e aggiungervi l'amido nelle proporzioni sopra indicate, mescolando con una frusta per impedire la formazione di grumi. Mettere la crema sul fuoco e farla addensare, poi versarla nelle ciotole individuali. Farla raffreddare e servirla cospargendo la superficie di granella di nocciole, mandorle e pistacchi e con poca scorza di limone grattugiata.Nota: la ricetta non prevede l'aggiunta di zucchero. Poco convinta, ho diviso il succo di fichi d'India a metà e ho preparato due creme; la prima l'ho fatta come da ricetta e alla seconda ho aggiunto 50 g di zucchero. Devo dire che alla prova assaggio la ricetta originale ha decisamente vinto: senza zucchero si gusta di più il sapore del fico d'India.