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Grande è l'attivismo dei dirigenti del rugby neozelandese in preparazione alla difesa del titolo Mondiale, altrettanto meticolosa di quanto fecero per la sua conquista. Ne fan parte su un piano diverso, anche i "sabbatici" offerti a Richie McCaw prima e a Dan Carter adesso. Vedremo se avranno qualche effetto nelle scelte di coach Steve Hansen e nel gioco. Carter è reduce da un ottimo SuperXV mentre McCaw s'è visto un po' pochino nei due scampoli di partita che ha giocato.
Torniamo alla parte "proattiva": la stella della NRL Benji Marshall, 28 anni, neozelandese di nascita - è mezzo parente di Tana Umaga, che ha anche legami di sangue con SBW: non sorprende, nelle culture Pacifiche "fratello" e "cugino" sono concetti elastici - aveva il contratto in scadenza coi West Tigers e aveva dichiarato da tempo che non avrebbe mai accettato offerte di club rivali nella NRL. La sua "lealtà" è stata di fatto un invito esplicito alle Federazioni di rugby Union australiane e neozelandesi: chissà forse la prospettiva del Mondiale 2015 ha avuto un ruolo. Sta di fatto che l'asta è stata vinta alla fine dai Blues di Sir John Kirwan. Il quale coach non si fa soverchie aspettative, dopo 13 anni che l'uomo non gioca più col codice Union ci vorrà del tempo prima di ottenere rendimento. "Prima di tutto viene l'atleta", dichiara Kirwan, preoccupato per il futuro stato di forma di Marshall, visto il prolungarsi fino a novembre degli impegni nel rugby League. E non basta, ci saranno poi da affrontare i risvolti psicologici: 'There's going to be a hell of a lot of pressure on him", ha aggiunto il veneto adottivo per via di matrimonio, "Come mi disse il mio papà, il 50% della gente vuole che tu abbia successo, l'altro 50% vuole vederti fallire".
Vedremo, il ragazzo non è di primo pelo, il che non è detto aiuti sul fronte psicologico ma sicuramente danneggia su quello della flessibilità ad adattarsi alle nuance del nuovo codice. Vedremo se saprà ripetere i successi di Israel Folau, riuscito ad adattasi subito, va detto però in un ambiente certamente più "distratto" e meno demanding di Auckland. Chissà se ha fatto bene il Benji a scartar Sydney e scegliere di tornare a casa ...
Un altra star della NRL non di primo pelo anche se molto più giovane, ricomparso sulle cronache del rugbymercato è Sonny Bill Willams. Si dice sia stato contattato dai federali neozelandesi per farlo tornare ai Chiefs, in questo caso non per rafforzare la franchigia che ha saputo confermarsi campione del SuperRugby anche senza di lui, ma con una dichiarata proiezione al Mondiale inglese. Una prospettiva che SBW ha ammesso essere nei suoi pensieri: "Definitely 2015 is on my mind". Ma il già campione del SuperRugby e del Mondo ha anche detto, "prima devono succedere tante cose, per adesso sto bene dove sono". Il suo impatto nei Roosters è difatti crescente, il suo passing game migliora partita dopo partita e contratti in essere a parte (è vincolato fino al 2014), non è certo il momento giusto per ritornare indietro dopo un solo anno.
Aldilà di quello che s'inventano i giornalai (in buona fede, da anime semplici quali sono: gente sinceramente convinta che quello che rebloggano sia vero), a SBW conviene tornare per i Mondiali 2015 solo a fine della stagione 2014. Un po' come fece per i Mondiali 2011, allora iniziò a giocare tra un incontro di boxe e l'altro, solo ad agosto 2010; ancor meglio stavolta, nessuno potrà avere la sfrontatezza di chiedergli di fare un giro preliminare nell' ITM Cup come allora. Sa che per lui le porte Tutte Nere sono sempre aperte. Per Marshall invece, dopo 13 anni di palloni League, grandissima popolarità ma nessun "credito" tra gli All Blacks, la storia è diversa.
Sin qui le grandi star australi che cercano la miglior strada per massimizzare gloria e profitti con nuove motivazioni. Ce ne sono altre, magari più sul profilo d'età di Marshall, che han fatto scelte diverse, vòlte a monetizzare i risultati della carriera. Rugbyrama ha appena pubblicato l'elenco dei dieci salari mensili più alti del Top14, il campionato più generoso del Pianeta assieme (forse) a quello giapponese. La lista è interessante, è guidata da Jonny Wilkinson che resta sopra a Jonathan Sexton malgrado il taglio dello stipendio del 30%: forse questo lo consola anche della mancata chiamata nei Lions. Segue l'altro nuovo nuovo arrivo Bryan Habana, poi il primo francese della lista, Morgan Parra. Felici di trovarvi anche due scaricatori di porto come Bakkies Botha e Carl Hayman: la fatica a volte paga.
1. Jonny Wilkinson: 56 000 € al mese
2. Jonathan Sexton: 52 000 € al mese
3. Bryan Habana: 50 000 € " "
4. Morgan Parra: 46 000 € " "
5. Thierry Dusautoir: 43 000 € " "
6. Dimitri Szarzewski: 41 000 € " "
Carl Hayman: 41 000 € " "
Bakkies Botha: 41 000 € " "
9. Jamie Roberts: 40 000 € " "
Matt Giteau: 40 000 € " "
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