Ricetta per persone n.
4
Ingredienti:
2,5 dl di Chardonnay delle Langhe
4 tuorli
200 g di zucchero
1 limone non trattato
1 arancia
8 fogli di gelatina
2,5 dl di panna fresca
amaretti per accompagnare
Preparazione: 25’ più il tempo di raffreddamento + 15’ di cottura.
- Sbattete con la frusta i tuorli con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.
- Unite il vino, la scorza del limone grattugiata, il succo filtrato del limone e di mezza arancia e mescolate con cura con la frusta per amalgamare bene il tutto.
- Versate il composto in un pentolino e portate a cottura a bagnomaria in 10-15 minuti, sempre mescolando con la frusta per montarlo.
- Nel frattempo mettete la gelatina ad ammollare in acqua fredda per 15 minuti, quindi strizzatela.
- Togliete il pentolino con la crema dal fuoco, aggiungete la gelatina, mescolate bene per scioglierla completamente e lasciate raffreddare rimestando di tanto in tanto.
- Appena la crema accennerà a rapprendersi, montate la panna ben ferma e incorporatela delicatamente alla crema, mescolando dal basso verso l’alto per non farla smontare.
- Versate la mousse in quattro coppette Martini, livellate la superficie e ponete in frigorifero a raffreddare per almeno 2 ore.
- Servite la mousse di vino accompagnandola a piacere con amaretti.
Vino consigliato: con la mousse al vino servite vini dolci come il Loazzolo o il Recioto di Soave.
Loazzolo è un piccolo comune piemontese incuneato nella bassa langa astigiana, tra il cuneese e l'alessandrino. Questo, piccolo comune di 350 abitanti, il cui nome deriva dal basso latino Lupatiolum (luogo ove scorrazzano i lupi) appartenne sin dal XII secolo ai marchesi del Monferrato, che lo cedettero al comune di Asti nel 1200. Dal 1935 fa parte della provincia di Asti.
Il vino "Loazzolo" deve essere ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti composti nell’ambito aziendale dal vitigno Moscato bianco al 100%.
La zona di produzione delle uve comprende il territorio amministrativo nel comune di Loazzolo in provincia di Asti.
La resa massima di uva ammessa per la produzione del vino Loazzolo non deve essere superiore a 50 q.li per ettaro a coltura specializzata. La resa massima dell’uva in vino non deve essere superiore al 55%.
Le uve devono assicurare un titolo alcolomentrico volumico minimo naturale non inferiore ai 13 gradi.
Le uve devono essere sottoposte a graduale appassimento ed eventuale infavatura da Botrytis nobile sulla pianta stessa o in locali idonei.
Il vino "Loazzolo" non può essere immesso al consumo se non dopo essere stato sottoposto a un periodo di affinamento e invecchiamento di almeno due anni a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di produzione delle uve.
Durante detto periodo, è prevista la permanenza del vino per almeno sei mesi in botti di legno di capacità non superiore ai litri 250.
Il vino "Loazzolo" all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
colore: giallo dorato brillante;
odore: complesso, inteso con sentori di muschio e vaniglia, frutti canditi;
sapore: dolce, caratteristico con lieve aroma di Moscato;
titolo alcolometrico volumico minimo compl.: gradi 15,5 di cui almeno 11 svolti;
residuo zuccherino: minimo 50 grammi/litro;
acidità totale minima: 4,5 per mille;
estratto secco netto minimo: 22 per mille.
E’ consentita la qualificazione “vendemmia tardiva”, in considerazione che la raccolta delle uve per il Loazzolo ha luogo in epoca tardiva e scalare.
Sulle bottiglie contenenti il vino Loazzolo deve figurare l’indicazione dell’annata di produzione delle uve.
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