Premetto che questo articolo rispecchia la mia (di Elisa Emiliani) opinione, senza avere nulla a che fare con le altre autrici del blog Philomela997.
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Il Movimento 5 stelle ha preso il 25% ed è il primo partito in Italia (PD e PDL hanno preso circa il 30%, ma contando l’intera coalizione e non il singolo partito).
Benissimo. C’è chi ha votato il movimento per protesta, chi perché ci crede, chi perché la madre ne fa parte, le motivazioni sono tante. Per carità. Non dico di no.
Però. Quanti hanno letto il programma elettorale? Quanti hanno letto il non-statuto del movimento (non è una presa in giro, si chiama davvero non-statuto).
Quanti hanno osservato bene il simbolo elettorale?
Sarà una deformazione da semiologa, ma il simbolo del Movimento dice un sacco di cose. E’ il simbolo di un partito, con il link a un blog (www.beppegrillo.it). Il link riporta il nome (Beppe Grillo) di un uomo che non è candidato con il Movimento 5 stelle.
Perché sul simbolo elettorale c’è il nome di un tizio che non è candidato?
Risposta: Perché Beppe Grillo è il capo del Movimento.
Gli incaricati in parlamento ruotano, Beppe Grillo resta. E’ la faccia e l’anima del movimento, che dichiara: “Io capo politico, ma come garante.” [Giulia Zaccariello. Grillo pubblica le regole per candidarsi: “Io capo politico, ma come garante”. Il Fatto Quotidiano, 29 ottobre 2012]
Ah beh. Perfetto. Allora nessun problema.
Tra l’altro: “A Beppe Grillo appartengono la presidenza, la rappresentanza legale[15] nonché la proprietà del simbolo[16] del movimento.”
In tutto questo Grillo non si candida perché il programma del Movimento prevede che non siano presenti in parlamento condannati in via definitiva, mentre Grillo è stato condannato in appello nel 1985 per omicidio colposo (a causa di un incidente d’auto). Evitando facili polemiche, procediamo.
Quindi c’è un leader politico, che detiene la presidenza e la rappresentanza legale del primo partito italiano, che non si candida in parlamento. Quindi, ovviamente, non è stato votato da nessuno. Essendo, però, il capo indiscusso del primo partito italiano ha la facoltà di influenzare la politica italiana. Di non dare la fiducia a un governo (tecnico o politico che sia) e di lasciare l’Italia in una condizione di ingovernabilità.
Ecco, a me sembra che il problema risieda qui.
Immagino che i ragazzi del Movimento siano delle ottime persone, con delle ottime idee. Penso che davvero siano onesti e armati di buone intenzioni, ma la forma del movimento è sbagliata. E’ sbagliato che il capo di un partito non si candidi col suo partito, che ne resti fuori per aggirare le sue stesse regole. E’ sbagliato che l’unica figura mediatica sia Grillo, mentre nessuno conosce i veri candidati del Movimento.
E’ deforme la struttura di un partito che concentri il potere all’esterno della tribuna politica. E qualunque contenuto (per quanto legale, onesto, positivo) si immetta in una struttura deforme, il risultato sarà comunque deforme.
Le mie conclusioni
Sono parziali, naturalmente. Bisogna vedere come la situazione evolverà, che cosa effettivamente faranno i grillini (ma occhio a chiamarli grillini, che si arrabbiano) e come reagiranno gli italiani.
Eppure a me sembra che il M5S non abbia una struttura democratica e che proceda a passo di marcia (o di populismo da piazza) verso il fanatismo.
Non solo fanatismo di chi lo sostiene, ed è qui che il tutto diventa spaventoso.
Il Movimento fomenta fanatismo anche nei suoi avversari. Sono talmente esasperati i toni che usa Grillo che, non trovandosi d’accordo, viene naturale mettersi a gridare a propria volta. Questa non è democrazia. Questa è una bolgia.