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Movimento dei Forconi, protesta rinviata

Creato il 25 maggio 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

“Dopo il terremoto hanno imposto il divieto di sciopero”, dice Mariano Ferro, leader degli autotrasportatori. Un brusco stop per il libero movimento di protesta, che a gennaio aveva messo in ginocchio la Sicilia. Però potrebbe candidarsi per Palazzo d’Orleans…

Signore e signori i “Forconi”sono pronti a bloccare l’Italia, da nord a sud. Anzi no, ci hanno ripensato. Magari se ne riparlerà, a luglio, tra un ombrellone e una granita, di certo dopo gli europei. La rivoluzione e la protesta possono attendere.

Il leader dei “Forconi”  Mariano Ferro ha praticamente decretato il fallimento della protesta, facendo riferimento al presunto “divieto di sciopero”(fonte: livesicilia.it del 25/05/2012, ore 13:00) disposto in tutta Italia a seguito del terremoto in Emilia Romagna.

Ma procediamo con ordine.

Già da qualche mese si vociferava di un impetuoso ritorno del movimento popolare dei “Forconi”, che in gennaio aveva dato un segnale forte, di protesta contro il totale disinteresse delle istituzioni centrali nei confronti della Sicilia. Erano previsti, per il prossimo giorno ventotto, nuovi blocchi stradali alle uscite delle raffinerie, in modo da bloccare l’approvvigionamento delle pompe di carburante e attirare su di sé la luce dei riflettori.

I blocchi avrebbero dovuto susseguirsi ad oltranza, finché il governo non avesse accettato le richieste del movimento, alle cui manifestazioni partecipano non solo autotrasportatori, ma anche cittadini, studenti, disoccupati spinti dal senso di profondo disagio in cui versa la società italiana. La questura di Palermo ha diffidato l’associazione dal compiere atti di protesta, paventando il rischio di denuncia a carico dei manifestanti.

Adesso tutto è rimandato a luglio: avete capito bene, la “rivoluzione” si può rinviare adducendo motivazioni che convincono davvero poco. Si sa soltanto che la protesta potrebbe spostarsi sotto la presidenza della regione,come già accaduto nel marzo scorso, dove far sentire forte la voce del dissenso all’immobilità delle istituzioni. Un contentino per non far morire il nome della protesta, che ormai si è praticamente svuotata di tutto il suo contenuto.

“Trasporto unito”, un’altra organizzazione di trasportatori che avrebbe dovuto partecipare ai blocchi sulla penisola, ha preferito tirarsi indietro. I Forconi sarebbero soli, non avrebbe avuto senso mettere nuovamente in ginocchio la sola Sicilia senza poter contare su analoghe manifestazioni nel resto del territorio nazionale.

Una cosa però, non è sfuggita agli osservatori: il blocco viene rinviato al mese di luglio, proprio quando si paventa la possibilità di una elezione regionale da convocare in ottobre prossimo, a causa delle auspicate dimissioni del Presidente Lombardo, indagato per vari reati dalla procura di Catania. E Mariano Ferro, leader dell’AIAS, potrebbe decidere di candidarsi alla presidenza della regione: la peggiore strategia propagandistica possibile quindi, quella del leader che non riesce a portare in piazza il suo popolo per mere ragioni di opportunità.

Sembra il canto del cigno per una protesta che era partita sotto i migliori auspici, degenerando forse a causa dell’impreparazione dei leader del movimento che avevamo registrato già nei primi giorni di protesta, e che non possiamo ignorare anche in questa occasione,in cui i buoni propositi non sono bastati a garantire il diritto all’autodeterminazione dei siciliani.

Nessuna infiltrazione mafiosa, né camice nere all’orizzonte: solo tanta disorganizzazione, e forse quella punta di arrivismo che non ha concretizzato la più eclatante delle proteste che il popolo di Sicilia avrebbe potuto vivere dai tempi dei Vespri.


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