Mozambico: agricoltura, turismo, gas e moda. Potenziali da maneggiare con cautela.

Creato il 06 febbraio 2013 da Cafeafrica @cafeafrica_blog

Cajù Mozambique

Il Mozambico è un Paese dalle mille potenzialità e ciò emerge sia dai dati economici, che registrano un Pil pari al 14,6% nel 2012 con una crescita rispetto all’anno precedente del 7,5%, sia dal riscontro diretto che ho illustrato nel mio Diario Mozambico.
“Agroindustria, Oil & Gas, Turismo, ma anche altre attività industriali e di servizi: ecco i nuovi orizzonti di un Mozambico destinato a collocarsi, nei prossimi anni, tra le economie emergenti a maggiore potenziale in Africa.” È quanto afferma il Ministero degli Affari Esteri, guidato da Giulio Terzi.
Ma come è noto, la crescita economica di un Paese necessita di essere accompagnata da piani di investimento che rafforzino le infrastrutture ed il tessuto industriale locale, altrimenti si rischia di non accrescere la ricchezza del Paese stesso e di rimanere fortemente dipendenti dal know-how e dalle esportazioni estere.
Di seguito alcune note sintetiche relative ai piani governativi per attirare nuovi investitori e iniziative nel Paese. (Tratte da “Diplomazia Economica Italiana” Sole 24 Ore di gennaio 2013)
  • Vantaggi fiscali
    Il Mozambico offre una buona protezione legale per chi investe nel Paese e l’accesso a procedure arbitrali internazionali per la soluzione di controversie. A partire da una soglia minima di investimento di 90 mila dollari o di esportazioni per 50 mila dollari o di 25 dipendenti locali assunti o vendite per 300 mila dollari è riconosciuta la possibilità di totale e libero rimpatrio dei profitti.
    L’imposta sugli utili societari ammonta al 35%, ma può essere ridotta in molti casi. L’IVA è pari al 17% e i dazi per i beni di consumo sono mediamente attorno al 20%, ma scendono al 2,5%, 5% e 7,5% rispettivamente per materie prime, beni strumentali e semilavorati.
    Con l’Italia e la maggior parte degli altri Paesi sono in vigore accordi contro la doppia imposizione.
  • Agroindustria
    Trentasei milioni di ettari di terre arabili, dei quali solo il 15% è utilizzato nonostante la presenza di alcuni tra i più importanti bacini idrici africani (Zambesi, Limpopo, Save): l’agricoltura, che attualmente contribuisce per il 24% al PIL del Mozambico ha un enorme potenziale di sviluppo.
    Uno degli obiettivi prioritari del Governo di Maputo è ora di rilanciare l’intero settore con il duplice obiettivo di fare fronte alla crescente domanda del mercato interno e attivando anche importanti canali di esportazione in direzione dell’Africa Australe, Medio Oriente, Asia.
    I settori più promettenti: riso, mais, canna da zucchero e cotone dove la produzione è già in forte ripresa, cajù e manioca con nuovi utilizzi nella filiera alimentare e dei biocarburanti, ortofrutta, allevamento e industria forestale. Per questi prodotti sono stati identificati sei ‘corridoi’ di crescita (Maputo, Zambesi, Limpopo, Pemba-Lichinga, Nacala, Beira) con previsto miglioramento delle infrastrutture di trasporto e irrigazione.
    Il programma del Governo prevede una serie di importanti incentivi per chi investe in attività agricole quali la riduzione al 10% dell’imposta sui redditi, la detassazione totale per le attrezzature agricole importate e il leasing di vaste aree da mettere a frutti con contratti a lungo termine a costi bassissimi.
    Le attività di “accompagnamento” per gli operatori stranieri interessati a investire nell’agroindustria mozambicana sono affidate al Centro de Promoçao de Agricoltura (Cepagri) che ha funzione di sportello unico anche per seguire le diverse pratiche di autorizzazione delle Autorità locali e centrali (www.cepagri.gov.mz).
  • Turismo
    Coste, fauna, spiagge, paesaggi naturali. Il Mozambico ha un patrimonio paesaggistico di grande valore e il Governo punta a valorizzare questo potenziale con iniziative di richiamo: sport nautici e l’esplorazione subacquea, turismo d’avventura, parchi naturali con una serie di incentivi che ruotano attorno alla formula dei “resort turistici integrati”, cioè di infrastrutture a 4 o 5 stelle dotate di servizi e programmi di animazione e/o campi da golf e/o piscine, centri commerciali e residenziali e altro. L’Ente di riferimento è l’Istituto Nazionale del turismo (www.inatur.org.mz).
  • Moda
    Anche nel settore manifatturiero un grande successo è stato riportato nell’ottava edizione della fashion week tenutasi a Maputo lo scorso dicembre durante la quale hanno sfilato brand già affermati, designer e anche stilisti esordienti mozambicani e di altri Paesi dell’Africa subsahariana.
    L’Italia (insieme al Portogallo) in veste di ospite d’onore grazie al supporto di CNA Federmoda. Anche in questo caso il messaggio principale riguardala formazione e la richiesta di organizzare scuole di modellismo nel Paese.
  • Idrocarburi
    A seguito del primo ritrovamento di gas naturale (Mamba) effettuato nel 2011 a 60 km dalla costa, a nord della città di Pemba, Eni ha attivato in Mozambico un programma integrato di iniziative per completare l’esplorazione dell’area in concessione ed avviare lo sfruttamento dei primi pozzi.
    Ad oggi gli investimenti ammontano a 700 milioni di dollari a cui se ne aggiungeranno altri 280 nel 2013. Le riserve di Mamba sono stimate in 1.700 – 2.000 miliardi di m3 ma le condizioni di estrazione richiedono un forte apporto di tecnologia e un rilevante impegno logistico. Per valorizzare i quantitativi estratti sarà costruito un impianto di liquefazione del gas (gnl) per renderne possibile il trasporto su nave e l’esportazione verso altri mercati. Valutate anche le opportunità di un gasdotto per raggiungere i mercati dei Paesi limitrofi e di un maggior utilizzo domestico con la costruzione di una centrale elettrica nonché, eventualmente, di un impianto (gtl: gas to liquids) per la produzione di carburanti liquidi.
  • Down/upstream
    Un ruolo di guida dell’intera filiera petrolifera in Mozambico è stato conferito dal Governo di Maputo a ENH (Empresa Nacional de Idrocarbonetas) una società costituita nel 1981, inizialmente per la commercializzazione dei carburanti, ma che è via cresciuta con la scoperta dei primi giacimenti (Temane, Pande, Buzi) di gas e che ha il compito di aumentare la catena del valore derivante dall’estrazione di idrocarburi.
    Il piano di sviluppo della società mozambicana prevede quindi il rafforzamento delle attività sia “upstream” (esplorazione/produzione) che “downstream” con particolare riguardo a trasporto, distribuzione, ma anche produzione di energia, raffinazione e sviluppo di un’industria petrolchimica in partnership con player internazionali. Attualmente i principali partner di ENH, oltre a Eni sono la statunitense Anadarko, la norvegese Statoli, Petronas (Malaysia) e Sasol (Sudafrica).
    Sempre in una prospettiva di integrazione della filiera, a fine ottobre 2012 è stato firmato un Protocollo di Intesa tra Assomineraria, e l’Università Eduardo Mondlane di Maputo, che prevede la formazione di 10 ingegneri mozambicani presso la ASSOIL School di Viggiano (Potenza) e la costituzione di una scuola tecnico-professionale nel settore dell’oil&gas in Mozambico.

Certamente è fondamentale lo sviluppo di un’adeguata rete stradale e di trasporti, altrimenti lo sviluppo sia del mercato interno sia delle esportazioni rimarrà bloccato. Lo stesso turismo ne è limitato, in quanto è impedito o reso molto difficoltoso l’accesso ad intere regioni del Paese.
Sempre in merito all’agroindustria sarebbe opportuno selezionare progetti che cerchino di accrescere i processi di trasformazione delle materie prime, in modo da lasciare ricchezza sul territorio. Il cajù del Mozambico, ovvero le arachidi, sono, credo,  le migliori del mondo, eppure si debbono comprare quelle confezionate in Sudafrica per riuscire a trovarle tostate bene e salate. Meritevole è il caso di Caia, ove grazie all’impegno del CAM, si è portato avanti un progetto di trasformazione e conservazione del pomodoro prodotto dall’azienda agricola locale. Leggi articolo.
I biocarburanti, sopratutto, presentano purtroppo una doppia faccia. Se da un lato creano un’industria di produzione attiva, dall’altra creano una forte dipendenza dalla domanda estera, non costituiscono cibo per i locali e non c’è un processo di trasformazione complessa.
Per il turismo sarebbe preferibile sviluppare un tipo di strutture di medio-piccola dimensione con forte attenzione all’impatto ambientale e con presenza/partecipazione di operatori locali. Si rischia altrimenti di produrre scempi o di regalare l’intero comparto a società straniere. 

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