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Mozambico: l’infinita processione

Creato il 21 ottobre 2012 da Cafeafrica @cafeafrica_blog

Da Ilha de Moçambique partiamo in auto con un passaggio diretti a Nampula. Lungo il tragitto, come sempre, ci sono tanti villaggi di paglia e fango e tanta gente che vive ai bordi della strada. È impossibile staccare gli occhi dal finestrino e smettere di guardare bambini, donne e contadini che camminano. Un’infinita umanità che cammina tra a polvere e vive.

Di tanto in tanto mi colpisce un mocassino tirato a lucido e un bell’uomo elegante con giacca e cravatta, un tacco di una scarpa dal quale salendo con lo sguardo s’incontra la piacevolezza di una caviglia affusolata e una gonna a tubino scura, gruppi di anziani con tuniche bianche candide. È domenica e c’è tanta gente che va a seguire le funzioni religiose. Ognuno la sua e ad ognuno il suo abito.

Poi cortine infinite di camion interrompono il mio orizzonte e non vedo più la strada che scorre. Solo enormi ruote che avanzano rumorose con un carico di dolore. Gli autisti sono cinesi e trasportano decine e decine di tronchi magnifici. Resti di imponenti alberi dal cuore scuro. Sono dimensioni impressionanti e mi sembra di avvertire un silenzioso pianto proveniente dal legno. È come assistere alla morte della foresta e vedere direttamente il suo cuore sanguinante.

Da dove arrivano? Dove sono diretti?

L’uomo al volante della mia auto mi risponde che vengono da qualche foresta del’Ovest e che saranno diretti verso qualche porto per essere trasportati poi in Cina.

Ecco la strada, che porta connessione, trasporta educazione, sanità, lavoro, ma come un tappeto rosso permette l’avanzare di interessi più grandi di chi abita i luoghi attraversati.

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