Il sottosuolo del Mozambico, come tanti altri Paesi d’Africa, è ricco nel sottosuolo di minerali pregiati e, in questo caso, anche in superficie, almeno in alcune zone, non mancano terreni agricoli molto fertili.
Ma anche qui ,nella terra del mitico Monomotapa, l’avidità degli umani non conosce freni.
Così come gli odierni governanti non sono più quegli stessi che condussero, con tanto impegno e serietà, il Mozambico fuori da una sanguinosa guerra civile nel lontano ’92.
Mi riferisco alle divisioni interne odierne del Frelimo, il partito politico che tanta parte, a suo tempo, ebbe nel porre termine allo sfascio di una nazione e alla sua graduale ricostruzione successiva.
Oggi in Mozambico c’è sempre più netta, invece, la divisione tra ricchi e poveri.
E parrebbe, anche in considerazione di una crisi economico-finanziaria di taglio mondiale, che non si possa fare nulla per cambiare lo stato delle cose.
La ricchezza è concentrata come sempre in prevalenza nelle città, nelle quali permangono comunque vistose carenze strutturali e non solo, e la povertà è stretto appannaggio, come di consueto, dei villaggi rurali ma anche delle disastrate periferie urbane.
Intanto gli investitori stranieri continuano ad arrivare da ogni parte proprio come mosche attratte da rivoli di dolcissimo miele.
E i politici di quest’ultima ora svendono il proprio paese pur d’incassare sostanziose mazzette (tutto il mondo è paese) oppure ottenere inconfessabili benefici per sé e per i propri parenti ed amici.
Hanno ben chiaro che “transit gloria mundi”.
Perciò tutto e subito. Possibilmente.
I giacimenti di carbone della provincia di Tete, ad esempio, ultima preziosa scoperta, hanno richiamato numerose compagnie straniere, alle quali sono state offerte ad ampie mani concessioni.
Ma accanto al carbone c’è anche oro,uranio, grafite, tantalite e, naturalmente,differenti e molteplici pietre preziose.
E i bilanci di tali compagnie, compresa la nostra Eni,che è presente anche in Mozambico, vanno più che bene.
Ciò che non è bene e il tenore e la qualità della vita dei mozambicani poveri.
Quelli che, nella concretezza quotidiana, stentano ad avere da mangiare e pertanto con la pancia vuota non fanno poi molti distinguo.
Perché, siamo alle solite, se lo si volesse, e l’occhio non fosse rivolto esclusivamente al profitto, lavoro e ricchezza conseguente potrebbero essere distribuiti equamente tra la gente, evitando situazioni incresciose ,che si traducono in episodi di microcriminalità come è avvenuto e avviene.
A quanto pare Maputo, la capitale, e il Frelimo sono i principali responsabili, perché tutto si decide in quella sede e con quegli uomini.
E la gravità dell’insieme è che l’entrate statali, nonostante tanta distribuzione di ricchezza a piene mani, grazie alle concessioni a multinazionali agricole (land grabbing) e industriali (è stato anche trovato del gas metano nella provincia di Inhambane), sono estremamente ridotte tanto che i famosi megaprogetti del Mozambico, secondo il Supremo tribunale amministrativo, hanno contribuito per meno dell’1% all’entrate dell’erario.
Nel mentre si provvede con regolarità all’aumento dei prezzi, dai generi alimentari al carburante, che non reggono l’impatto con i modestissimi salari dei più.
E si aumentano anche le tasse. Sport preferito dei politici “senza ricette”.
Per i corrotti, piuttosto, queste sono solo quisquiglie, si sa. E tutto, che piaccia o meno, deve scorrere nella agognata direzione.
Salvo svegliarsi anch’essi , un giorno, quando è ormai troppo tardi.
In quanto anche i “tesoretti” prima o poi si esauriscono. E, in concomitanza, la rabbia e la disperazione della gente comune potrebbe montare senza più freni.
E, allora, sarebbe sul serio molto difficile mettere in salvo se stessi e le proprie ricchezze.
Con le immaginabili conseguenze. Per tutti.
Ricchi e non ricchi.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)