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Mr Nobody

Creato il 24 gennaio 2015 da Jeanjacques
Mr Nobody
Cosa si cerca di solito in un film, in un libro o in un fumetto? Fondamentalmente, io chiedo solo che mi facciano passare del tempo in relax, intrattenendomi a seconda delle evenienze. Perché non sempre abbiamo lo stesso umore così come non sempre siamo le stesse persone di ogni volta. Ci sono le volte che ho voglia di puttanate, altre volte che abbisogno di scazzottate o altre nelle quali devo per forza che l'opera in questione mi faccia pensare a qualcosa. L'intrattenimento, a patto che sia intelligente e che rispetti delle determinate regole, è quindi l'ordinanza. Poi però ci sono dei determinati momenti in cui vogliamo qualcosa di più, perché non si vive solo di pizza e fichi, quelle volte in cui siamo sedimentati con la testa in un luogo che ormai conosciamo troppo bene e così ci serve andare a un piano più alto per esplorare nuovi orizzonti. Sono quei casi in cui non c'è più l'intrattenimento ma in cui si sovrappone l'arte, o almeno, qualcosa che ci assomiglia molto. Ma la cosa più importante, alla fine, specie in quest'ultimo caso, non è quando si vede un'opera bella, ma un'opera in grado di scuoterti. E lo può fare sia in positivo che in negativo. Deve riuscire a portarti dietro delle determinate domande, che spesso sono più importanti delle risposte stesse. Ecco, a conti fatti, le opera più significative e belle a mio parere sono quelle che riescono a sorprendere in questa maniera. Ma vanno viste un poco per volta, perché se visionate di fila finiscono per perdere la propria bellezza e unicità. Non per nulla, sono incappato in titoli simili quasi sempre per caso.

Siamo nel 2092. L'umanità ha raggiunto l'immortalità grazie a un processo di telomerizzazione e guarda con curiosità Nemo Nobody, l'ultimo essere umano mortale che, alla veneranda età di 118 anni, si appresta a morire. Prima però gli vengono fatte numerose interviste e sedute psichiatriche perché il poveretto sembra ricordare ben poco della sua vita. E quello che ricorda è confuso, come se avesse vissuto più volte in una sola vita...

Valutare un film come Mr. Nobody è davvero difficile, perché qualunque giudizio che spazi da cagata colossale a capolavoro sembra quello giusto. Una cosa simile non mi succedeva dai tempi di Synecdoche, New York, esordio alla regia del geniale Charlie Kaufman, con la quale questa pellicola condivide tutto e al contempo nulla, il che rende così difficile stendere questa recensione. Sicuramente questo è un film che non ti aspetti, uno di quelli coi quali inizi la visione già convinto di vedere qualcosa di particolare, solo che ti era impossibile prevedere che riuscisse a spingersi verso lidi che non eri riuscito a concepire. E lo fa in una maniera strana, con questa regia piena di inventiva, con movimenti di macchina insoliti, stacchi selvaggi ma al contempo delicati, attori tutti perfettamente in parte e un finale che spiazza. Solo che una volta che iniziano a scorrere i titoli di coda inizi a chiederti: ma è veramente un film bello, oppure è girato in una maniera che sembri tale? Non sono riuscito a comprendere se ho visto una storia davvero ben scritta e diretta oppure un prolungamento infinito di quel furbissimo finale di Donnie Darko, altro lungometraggio che a fine visione aveva saputo scuotermi quanto questo, anche se per motivi diversi. Perché qui c'è tanto autocompiacimento, come se il regista e sceneggiatore Jaco Van Dormael avesse voluto a tutti i costi mettere in dubbio il suo pubblico per compensare un'eventuale lacuna di base. E infatti non tutte le deviazioni sembrano necessarie, alcuni passaggi sono fin troppo esagerati e il montaggio è troppo ossessivo nel riproporre scene nuove e passate senza che ce ne sia veramente un bisogno essenziale. Tutto questo per cosa, alla fine? Per parlare del potere della scelta. Se guardiamo con attenzione, fino a un certo punto la narrazione è lineare, poi, da quando Nemo (nome la cui derivazione latina significa, appunto, nessuno) deve compiere quella particolare decisione, il film si divide in più linee narrative, Una cosa già complessa e che potrà mettere in confusione molti, ma Van Dormael tenta l'impossibile creando la deviazione nella deviazione, ottenendo quindi un'infinità di filoni narrativi che in più di un punto rischiano di far tracollare il film. Tutto questo per descrivere le due possibili scelte che un ragazzino. al quale gli angeli non hanno toccato il viso e conferendogli così una sorta di strana preveggenza, deve compiere nel momento più cruciale della sua esistenza. Un momento insignificante per quella che può essere l'economia del mondo, un momento del quale magari non poteva fregarcene nulla, perché è così ordinario da non destare alcun interesse. Ma proprio da un fatto come quello hanno modo di svilupparsi tutte quelle linee temporali, suddivise a loro volta in altri segmenti cronologici, fatti nascere sempre da una scelta. E sta qui la magia di questo film, pur con le sue imperfezioni e i suoi manierismi non sempre necessari, nel raccontare di una scelta, finendo poi per parlare della vita. Di tutte le vite, perché solo quando si è vivi si ha la possibilità di scegliere. Nemo, come suggerisce il suo nome, non è nessuno. Come tutti ha l'unica certezza che morirà e, nel ritrovarsi ultracentenario, ha solo paura di non aver vissuto abbastanza. Ma lui ha vissuto, ha vissuto tramite le sue scelte, le proprie gioie e, soprattutto, grazie ai propri errori. Tutto questo spinto dalla vita, dalla sua voglia di vivere e, ciliegina sulla torta, spinto dall'amore. L'amore verso una madre prima e verso una donna poi. Boyhood ha saputo ritrarre dodici anni di giovinezza? Mr. Nobody riesce a parlare di tutte le giovinezze e di tutte le vecchiaie, tiè. E lo fa con quasi tutti i tipi possibili di scelta, a cominciare da quello che meno ci saremmo aspettati: il diritto di non scegliere. Che è simile al diritto di potersi integrare in un gruppo, per certi versi, forse non è quello che più stimiamo, ma è l'unica cosa da fare in certe occasioni. Tutto è qualcosa e finisce per diventare il contrario di qualcos'altro. La vera risposta è che, a conti fatti, non esistono risposte o scelte giuste. Esistono solo le scelte e, con esse, esiste la vita. E dei tanti film visti di recente che hanno voluto erigersi come manifesto dell'esistenza, a cominciare dalla sopravvalutata pellicola di Linklater, Mr. Nobody è forse la più imperfetta e spettacolarizzata. Ma è anche la più umana. Ed anche quella che ti mette nella testa un numero incalcolabile di domande, sia su te stesso che sulla sua natura di film, elemento per cui una pellicola per me vince a prescindere. Perché involontariamente ti porta a pensare, a decidere come valutarlo e, facendo ciò, in qualche modo ti fa vivere.

Bello come solo certi film sanno essere, anche se non me la sento di dargli il voto massimo - a separarlo da quella metà ci sarebbe mezza stella. Nonmi spiego però come mai da noi una simile perla sia ancora inedita.Voto: 

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