Mr. Nobody: il Potere della Scelta

Sono sempre stata convinta che non esista al mondo nessuna forza misteriosa che muova noi, pedine umane, verso una scelta piuttosto che un’altra. Credo, invece, nel potere del libero arbitrio, dono per chi è credente, pura e semplice facoltà umana per chi non lo è, il quale trova pieno alito nel momento fatidico delle decisioni. Ciascuna scelta da noi compiuta, giorno dopo giorno, modifica inconsapevolmente l’andamento della nostra giornata e può anche, più o meno sensibilmente, variare il corso di un’intera esistenza. Proprio per tale ragione, ognuno di noi si sarà trovato, almeno una volta nella vita, a domandarsi cosa sarebbe accaduto se quel giorno avesse svoltato a destra, anziché a sinistra; se avesse comprato quel vestito nero, anziché quello rosso; se fosse uscito con gli amici anziché rimanere a casa, e così via. Ad ogni scelta dipende una conseguenza e “Mr. Nobody” è proprio incentrato su questo. Il film, uscito nel 2009 e ancora inedito in Italia, ha avuto la sua anteprima mondiale alla 66ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dove ha ricevuto il premio Osella e il Biografilm Lancia Award. Acclamato dai critici cinematografici, è considerato come uno dei migliori film di fantascienza del XXI secolo. Solitamente un regista, supremo arbitro della vita dei personaggi dei suoi lungometraggi, ha lo straordinario potere di decidere se A dirà ti amo a B e se B lo sposerà o preferirà C. Il regista Jaco Van Dormael ha fatto molto di più, mettendo in scena le infinite possibili esistenze di Nemo (Jared Leto), il protagonista. Viene quindi a crearsi un personaggio, un signor Nessuno, così chiamato in riferimento alla sua vita, che è una, è mille allo stesso tempo. Una figura destinata ad annullarsi perché solo potenzialmente reale, in quanto frutto del pensiero di un bambino a cui gli angeli non hanno dato il dono dell’oblio e che, posto davanti alla scelta più ardua che gli si potesse chiedere, ha in sé la capacità di immaginare quali siano le conseguenze di ogni sua decisione e di prevederne gli esiti. Non male come facoltà, ma si perderebbe il piacere della casualità, riducendo la propria vita al nulla, la propria persona, per l’appunto, in un signor nessuno.

Il pensiero di chi legge correrà quasi inevitabilmente a “Sliding Doors”. Qui ci troviamo però di fronte una struttura narrativa in cui non ci si limita a un percorso binario. Le possibilità si moltiplicano così come i possibili innamoramenti e vite di coppia. Il problema maggiore è stato dunque scegliere una sceneggiatura che permettesse allo spettatore di addentrarsi nell’intrico delle possibili vite di Nemo, senza però perdere l’orientamento. Se si pensa che Jaco Van Dormael iniziò a lavorare sul film nel 2001 e che solo dopo sei anni fu in grado di iniziare le riprese del suo debutto in lingua inglese, ben si comprende quanto il regista si fosse posto il problema. Lui stesso ha affermato: «con questa sceneggiatura ho voluto far percepire allo spettatore l’abisso dell’infinità delle possibilità. Oltre a questo, ho cercato di trovare un modo diverso per raccontare una storia. Volevo che lo sguardo del ragazzo sul suo futuro incontrasse quello dell’uomo anziano che diventò nel suo passato. Volevo parlare di complessità attraverso il cinema, che è un mezzo di semplificazione. Mentre la realtà che ci circonda è sempre più complessa, l’informazione è sempre più succinta, i discorsi politici sono sempre più semplicistici. Ciò che mi interessa è la complessità. Non le semplici risposte, che sono rassicuranti ma destinate ad essere false». Il risultato è sì un film complesso, ma che vi coinvolgerà e vi emozionerà dal primo all’ultimo istante. Ma non aspettatevi una “conclusione”. Nel finale il giocoliere Jaco vi metterà di fronte a nuove possibilità, ricordandovi anche, se siete genitori, che ci sono scelte che ai figli non possono essere chieste.