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Muay thai e Aikido: arti marziali distanti… ma non troppo

Creato il 31 ottobre 2013 da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 31 ottobre 2013  Autore: BudoFriends

Mi sono appassionato alla Muay Thai per caso. Ho iniziato a seguire un corso della ProFighting Capri per curiosità e per dare un tono alla mia forma fisica. E dopo qualche settimana ho capito che era la disciplina adatta a me.

La Muay Thai è l’arte marziale thailandese: è nata nell’antico Regno del Siam in un’epoca remota, e viene definita l’arte delle otto armi perché prevede l’uso di pugni, calci, gomitate e ginocchiate.

Il combattimento è scandito da colpi più o meno violenti e dal clinch, la lotta in piedi, dove gli atleti si scambiano ginocchiate, gomitate e proiezioni. Nella sua forma classica, la Muay Thai prevede protezioni in corda: un dettaglio che aumenta la pericolosità dei colpi.

Muay Thai

fonte immagine: http://en.wikipedia.org/wiki/File:Muay_Thai_Boran_1.jpg

In passato, infatti, i combattimenti di Muay Thai erano particolarmente cruenti. Le corde che proteggevano le mani venivano imbevute di resina e rese più dannose da nodi, vetro e ghiaia. Spesso i combattimenti si chiudevano con la morte di un avversario.

Con il passare degli anni la Muay Thai è stata inquadrata in un contesto sportivo, anche se resta una delle arti marziali più pericolose. E si può giustamente sottolineare la distanza con l’Aikido, disciplina famosa per il principio di non resistenza: le tecniche sono pensate per risolvere un attacco lasciando scorrere la forza dell’avversario senza subirne le conseguenze.

Le differenze con la Muay Thai sono abissali, ma nella mia esperienza nel mondo delle arti marziali ho avuto la fortuna di partecipare a diversi stage di Aikido. E ho scoperto che ci sono alcuni punti in comune. Sembra impossibile, eppure…

In primo luogo il rispetto per il maestro, la tradizione e l’avversario. Ci sono modi diversi per esternarlo (ogni disciplina ha tradizioni e i rituali differenti) e il senso di profondo rispetto è forte per entrambe. In ogni incontro di Muay Thai, anche il più cruento, c’è sempre un’attenzione per l’avversario.

Inoltre, ogni combattimento di Muay Thai è preceduto dalla danza rituale (Ram Muay) che ha dei significati misticoreligiosi, ma anche di devozione nei confronti del team di appartenenza e del proprio allenatore.

I punti in comune riguardano anche gli spostamenti. Parlo soprattutto del concetto di passo perno. Nella Muay Thai il passo perno è fondamentale in fase di clinch: una gamba rimane ferma e l’altra si sposta in senso opposto proiettando l’avversario. La proiezione in questi casi può essere usata per atterrare o per sbilanciare l’altro atleta per assestare una ginocchiata al corpo, alle gambe o al viso.

Nella Muay Thai le ginocchiate giocano un ruolo chiave e sono particolarmente efficaci. La spettacolarità della ginocchiata saltata (come quella subita da Mauro Serra in questo incontro) è fuori dubbio. Non è difficile, però, ammirare un KO causato da una ginocchiata altrettanto fatale in fase di clinch. Soprattutto quando arriva di lato e incrina il costato…

Tutto questo avviene anche grazie al passo perno. Ed è stata una vera sorpresa scoprire che anche nell’Aikido erano presenti gli stessi movimenti. Un caso? No, una semplice e ovvia ragione cinetica. I movimenti che permettono al corpo di spostare dei pesi sono simili e immutabili nel tempo: l’evoluzione delle arti marziali ha portato a un’unica soluzione perché è quella migliore.

Le differenze tra queste discipline sono evidenti, abissali. Ma è interessante notare che, nonostante una filosofia completamente opposta, ci siano dei punti di contatto che comprendono anche movimenti e tecniche.

Secondo te, invece? Ci sono altre somiglianze tra queste discipline? Lascia la tua opinione nei commenti.

[Guest Blogger: Riccardo Esposito, webwriter freelance e autore del blog www.mysocialweb.it]

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