Eccomi qua, dopo seimila Km percorsi in aereo, piedi, autobus, treno, auto tra cinque città (Lisbona, Bologna, Orte, Viterbo, Roma) e tanti amici, vecchi e nuovi.Un viaggio di lavoro in quel di Bologna si trasforma in un'occasione per riabbracciare tante persone che sono parte importante della mia vita.Vi ringrazio tutti, amici miei, uno per uno.Ringrazio chi è venuto da lontano anche solo per vedermi poche ore, chi mi ha ospitato felice nella sua casa nel solito quartiere bolognese e mi ha portato a fare colazione al solito bar; chi m'è venuto a prendere dopo il lavoro per farmi conoscere il suo gioiello di un anno e mezzo (col quale siamo diventati subito amici!), chi mi ha reso partecipe delle sue difficoltà e delle sue gioie davanti all'ennesimo ginseng, chi è stato troppo breve ci rifaremo, chi ho abbracciato in carne ed ossa dopo un anno intenso di web; chi mi è venuto a prendere all'ennesima stazione con un vento gelido, chi mi ha fatto una sorpresa (mia madre), chi è sempre mia sorella soprattutto quando ci battibecchiamo.
Un brindisi per mrT, il grande assente
Ritorno a
Lisbona la sera tardi, e il giorno dopo trasloco quintali di roba a casa nuova. Una faticaccia per il corpo, ma almeno col cuore pieno.La prima cena consiste in una piadina con stracchino (ne ho scoperto uno buonissimo ultracremoso che fanno a Sorano) e culatello su un tavolo di fortuna infilato tra le macerie. Un po' di gratifica anche per il corpo.
Stamattina stremata mi sveglio così. L'alba entra prorompente dalle finestre della cucina.
"Mudança". Dal verbo "mudar", che significa anche cambiare.
Rende molto piú di "trasloco", che rimanda a qualcosa di puramente fisico.
Un'altra lunga giornata mi aspetta, eppure questa luce mi dà una
forza nuova.