Si nasconde.
Si vuole “dare un tono”
S'è ripulito…
Allora?
Allora nella capitale si sentono in giro accenti similnordici imbarazzanti, cadenze meneghine improbabili, uscite proprie dei gondolieri piucché di un barcarolo che va contro corente
“Ma sei fuori”?
“Sei proprio pirla”.
“Mona…”.
Ma non solo offese ed imprecazioni.
Anche usi e costumi.
Ecco perché ne parlo qui.
Proprio per il mio “muffettino”.
A metà mattinata qui a Roma – forse in tutta l’Italia visto che ormai si sono “globalizzate” tutte le usanze – alla spicciolata tutti vanno al bar a prendere un “caffettino” (poi c’è chi, come me, che non lavorando ma facendo 1200 cose si fa svariati caffettini nella mattinata… vabbè, questa è un’altra storia).150g di farina 00
Ci sta.
Cioè:
sepoffà.
E quindi: muffin, piccolo, al caffè... ecco perché il mio muffettino (leggesi maffettino... caffettino... maffettino... Eh? Capito il gioco di parole? Eh?).
“Whei testina, proprio una figata!”
100g di zucchero di canna
40g di olio extravergine d’oliva
1 uovo
125g di yogurt bianco magro
1 bustina di lievito
vaniglia vera (o niente)
70+30g di caffè espresso o della moka
sale q.b.
Il classico metodo del muffin:
tutti gli ingredienti secchi e setacciati (farina, zucchero, lievito, semini di vaniglia, sale) in una ciotola, tutti i liquidi (uova, olio, yogurt, i 70g di caffè).
Mischiate i due composti polveri/liquidi per 25 volte (deve rimanere grumoso ma se fosse proprio troppo secco aggiungere gli altri 30g di caffè).
Imburrate ed infarinate gli stampi (oppure come ho fato io usate i pirottini – vedi QUI al 20) ed accendete il forno a 180°.
Mettete una cucchiaiata aiutandovi con un altro cucchiaio per far scendere in composto (non preoccupatevi di dover livellare il composto: più sembrano “buttati la” e meglio verranno).
Infornate e cuocete per circa 15 minuti (comunque fate sempre la “prova stecchino”).