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Mulve: il nuovo programma di musica istantanea che terrorizza le major

Creato il 09 novembre 2010 da Cibbuzz
fonte: http://www.repubblica.it/
Cosa è cambiato in dieci anni, dai tempi di Napster (quando cioè era ancora un servizio “illegale”) ad oggi? La politica aggressiva ed ottusa delle major che gestiscono la maggior parte dei diritti d’autore su musica, film etc., che ha cercato di stroncare ogni forma di legittima circolazione del sapere non a fini di lucro e non ha mai preso in considerazione di riformare se stessa e il proprio mercato alla luce dell’avvento di Internet, ha davvero prodotto i risultati sperati (da loro, almeno) o no? In realtà, tale politica non ha fatto altro che spingere ogni volta gli internauti verso programmi sempre più illegali, trasformando di fatto la condivisione in furto, ma non è riuscita a sopire la voglia di condivisione del popolo della rete. Ora l’ultimo mostro si chiama Mulve.
Mulve: il nuovo programma di musica istantanea che terrorizza le major
È un programmino estremamente leggero, appena 2 MB, che non necessita nemmeno di installazione: una volta scaricato e scompattato si clicca sull’exe et voilà, la semplicissima interfaccia è davanti a noi. Si scrive il nome dell’autore o del brano, si clicca su search e in pochi secondi ci vengono restituiti i risultati. Selezionato quello che ci interessa il trasferimento è rapidissimo. Qui però non si parla più di condivisione e di peer to peer, qui si parla di furto bello e buono, perché effettivamente non di condivisione si tratta. I database infatti, a differenza di Napster e di tutti gli emuli che l’hanno via via seguito, fino a eMule, non sono formati dai file condivisi dagli utenti, ma si trovano all’interno di misteriosi server proprietari, che non si sa quanto grandi siano e soprattutto dove siano collocati se non, a detta degli ideatori stessi, che sono al sicuro, al di là di qualsiasi possibilità di intervento legale da parte del Governo USA.In attesa di verificare quanto durerà questo nuovo programma e quanto si impegneranno le major per stroncarlo, non possiamo fare ame no di riflettere sul fatto che, in epoca di PDA e smartphone evoluti, un programmino di soli 2 MB senza installazione potrebbe risultare devastante e questo l’industria lo sa bene. Ma non possiamo nemmeno fare a meno di riflettere sul fatto che l’azione legale incessante svolta in questi ultimi dieci anni dalle major contro qualsiasi programma di condivisione non ha fatto altro che spingere nell’illegalità gli utenti che vogliono comunque condividere e che ora si ritrovano per le mani esclusivamente strumenti che davvero sono illegali e con la condivisione non hanno niente più a che fare. Se fosse stata più lungimirante invece adesso avremmo programmi di P2P perfettamente legali, una sorta di biblioteche o discoteche pubbliche dove incontrarsi e scambiarsi cultura gratuitamente, che non avrebbero minimamente intaccato gli introiti musicali, come dimostrano le vendite di shop online, come iTunes, business seri che ormai producono da soli gran parte del fatturato della vendita di dischi.
Qui il link per il download.

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