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Muore a 88 anni Emilio Riva, magnate e patron dell’Ilva di Taranto

Creato il 30 aprile 2014 da Giornalesiracusa
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Emilio Riva, ultimo esponente della grande generazione degli “imprenditori di ferro”, è morto ieri all’età di 88 anni nella sua casa di Malnate (Varese), dove era agli arresti domiciliari per i noti fatti legati all’ Ilva di Taranto.

Spigoloso nei rapporti con le istituzioni e i sindacati, Emilio Riva iniziò la sua lunga scalata nei primi anni del dopoguerra, fino ad arrivare al fatidico 7 marzo 1957, giorno in cui il primo stabilimento di Caronno Pertusella cominciò a produrre. Grande

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uomo d’affari dunque ma con qualche trascorso decisamente poco chiaro. Già, perchè forse non tutti sanno che Emilio Riva, sul quale pendeva una richiesta di rinvio a giudizio, era già stato condannato in via definitiva dalla Cassazione per “getto pericoloso di cose”, ovvero, per essere più chiari, per l’immissione nell’atmosfera di diverse tonnellate di polveri tossiche provenienti dal parco minerali dell’Ilva, le stesse polveri che sarebbero la principale causa di tumori e decessi nel quartiere Tamburi di Taranto.

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Come spesso accade in questi casi, Emilio Riva si impegnò in prima persona a risolvere il problema, attraverso una serie di atti di intesa finalizzati a rimediare le “lacune” della fabbrica, ma si giunse tuttavia a un nulla di fatto, complice anche la rinuncia del Comune e Provincia di Taranto a costituirsi parte civile. Potremmo inoltre parlare del tristemente famoso sistema Riva, primo grande caso italiano di mobbing, o delle nuove, e assurde, condizioni contrattuali presentate agli operai dell’Ilva. Potremmo, ma non è questo il momento.

E intanto a Taranto si continua a morire di tumore. La scelta è tra una vita senza lavoro o un lavoro con qualche anno di vita in meno: molti giovani scelgono la seconda via. Niente di diverso da quanto avviene nella nostra terra. Già, perchè forse non molti sanno che la realtà terribile dell’llva è la stessa che si vive quotidianamente nei comuni di Priolo, Augusta e Melilli, solo pubblicizzata un po’ di meno: numeri alla mano, il triangolo siciliano non ha nulla da invidiare ai dati relativi alla nascita di bambini malformati e ai casi di tumore a Taranto.

A questo punto la domanda è d’obbligo: si tratta di volontà dolosa di tacere o i morti dalle nostre parti hanno un peso minore? Il tempo ci darà la risposta.


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